Lo strumento di rilancio della mobilità cittadina è il mezzo più maltrattato di Roma.
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Cominciato quasi silenziosamente nel 2021, sono ormai 4 anni che la rete tramviaria di Roma non è più attiva in tutte le sue parti. Un fatto piuttosto singolare, visto che proprio sui tram è stato fondato il PUMS con le 4 nuove linee di prossima realizzazione, alcune delle quali già messe in cantiere.
Nel momento in cui è stato scritto questo articolo, infatti, la tramvia Togliatti spegne l'ottavo mese di lavorazione, mentre sono state consegnate le aree della linea Tiburtina: restano ancora incerte la Tor Vergata, in seconda conferenza dei servizi decisoria, e la TVA, tra i mille cambi di opinione del Sindaco e l'ennesimo cambio di destinazione d'uso dei fondi PNRR. Oltre a queste, il Campidoglio ha trasmesso al MIT l'istanza di finanziamento per 5 linee su 7 a completamento del PUMS.
Ed è proprio nell'apice degli investimenti sulle tratte future che il Campidoglio si è dimenticato di migliorare le linee esistenti. Il paradosso del tram a Roma sta tutto qui: investire su linee modernissime mentre quelle esistenti cascano a pezzi.
Si sarebbe dovuto razionalizzare il numero di fermate, riattivare o implementare gli impianti di asservimento semaforico e mantenere in efficienza le linee esistenti.
Nulla di tutto questo, purtroppo, è stato fatto all'assessorato, che si è limitato ad autorizzare la sostituzione dei binari e dei pali esistenti con modalità piuttosto superate e risultati discutibili. In tutto ciò i lavori sono stati eseguiti a mozzichi e bocconi, da una parte per cercare di sopperire alla mancanza crescente di tram, dall'altra parte mostrando il fianco a pericolosi pseudo comitati pendolari che il tram lo vorrebbero soppresso. Non solo: i pochi miglioramenti potenziali sono diventati la tomba del tram, come avvenuto per il 19 con viale Ottaviano.
In questa vera e propria valle della morte, è abbastanza inutile ricordare cosa si sarebbe dovuto fare (manutenzione evolutiva dell'esistente, con nuovi depositi, quindi nuovi tram e nuove limee), quanto piuttosto è urgente pensare ad una strategia per l'immediato futuro.
Archiviato il capitolo delle manutenzioni, la rete tramviaria esistente deve e può essere razionalizzata ed efficientata mediante la riduzione delle fermate, soprattutto lungo via Prenestina e viale Regina Margherita, e attraverso l'asservimento semaforico, riattivando quello esistente sull'8 (sul 2 con i lavori del 2021 ci risulta completamente smantellato) e installandolo sulle altre linee.
Solo così il tram esistente potrà dare "il buon esempio" a quelli futuri della Capitale.
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