A Roma il trasporto pubblico ha troppi amici

A giudicare da quante associazioni, comitati e opinionisti d’assalto dicono di voler salvare il trasporto pubblico romano, ci sarebbe da aspettarsi una cittĂ  modello. Invece, Roma si scioglie nel traffico. Troppi “amici” fanno male.

A Roma il trasporto pubblico ha troppi amici

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In tempi recenti il fiorire di nuove associazioni cosiddette “a favore” del trasporto pubblico e il degenerare di storici comitati pendolari sta contribuendo al sostanziale collasso della mobilitĂ  di Roma. Intendiamoci, non parliamo di persone in posizioni di decisione, la cui intera responsabilitĂ  spetta alla politica, ma di individui comunque capaci di influenzare pericolosamente le scelte sul futuro della cittĂ .

Dopo che le nuove tramvie non se la passano benissimo, soprattutto la TVA che deve essere ancora cantierizzata, alcuni sostengono che i tram siano troppo lenti, altri che tagliare qualche pino renda l’opera “insostenibile”. E tutti magicamente trovano spazio nei dibattiti pubblici, con toni da esperti senza esserlo.

In questo contesto la politica, anzichĂ© guidare, si limita ad aprire le porte: ogni comitato con una pagina facebook diventa interlocutore credibile, ogni allarme infondato trova eco nelle istituzioni, con tappeti rossi stesi nelle sedi istituzionali e ogni occasione utile per dare fiato alle loro idee malsane: è così che l’Anello Ferroviario diventa un’opera “pericolosa”, in aperto insulto a decine di tecnici e ingegneri che da anni studiano le tematiche.

E come l’erba infestante, queste persone diffondono le loro idee non solo con le loro associazioni, ma anche testate giornalistiche, gruppi di studio e ricerca, storici comitati pendolari, che vengono parassitati senza troppi problemi: basta un nickname su un social o un logo improvvisato per parlare a nome di migliaia, anche se dietro c'è solo una persona, magari la stessa che scrive lettere ai giornali impersonando un comitato. E cosa fanno gli storici comitati? AnzichĂ© guardare ai pericoli interni dei loro iscritti, la loro unica preoccupazione è quella di bacchettare la stampa – questo blog compreso – di come e perchĂ© vengono date determinate notizie.

Chi vuole davvero far muovere Roma, dovrebbe prima capire da chi deve difenderla. PerchĂ©, ormai, il nemico non è il traffico: sono gli “amici”.

Sta di fatto che il futuro delle infrastrutture di mobilitĂ  a Roma ultimamente non se la passa benissimo e un motivo ci sarĂ .



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