Il direttore generale dell’Atac fa il punto sul piano di conversione
elettrica della flotta bus.
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La conversione della flotta in full green è un processo irreversibile, per questo va seguito attentamente.
In queste poche parole è possibile
sintetizzare l’intervento del direttore generale di Atac, l’ing. Alberto
Zorzan, all’evento sull’evoluzione dell’elettrificazione del trasporto pubblico
locale che si è tenuto a Palazzo Valentini in occasione della Settimana Europea della Mobilità.
Come ben noto, Atac metterà in servizio entro fine 2024 i
primi 109 autobus elettrici, che saranno ospitati presso le rimesse di
Portonaccio e Tor Sapienza, per poi completare la fornitura a quota 411 entro il 30 giugno 2026, anche con i depositi di Trastevere e Grottarossa. Risulta inoltre prevista la riattivazione anche della rimessa Tuscolana, che Roma
Capitale ha acquistato nell’ambito del concordato preventivo dell’azienda.
Ai bus elettrici a batteria si affiancheranno i 30 mezzi a idrogeno che saranno assegnati alla rimessa di Acilia nell’ambito della sperimentazione dell’idrogeno verde.
Un obiettivo in linea con le ambiziose milestone della
comunità europea: entro il 2030 il 90% dei bus di nuova immatricolazione dovrà
essere a zero emissioni, escludendo perciò gli ibridi e i CNG, ed entro il 2035
la quota dovrà essere al 100%.
Tornando all’immediatezza dei nuovi acquisti a Roma, i nuovi
e-bus determineranno un incremento della potenza richiesta dall’azienda da 150
GWh a 175, contro comunque un risparmio di 10 milioni di tonnellate di gasolio
all’anno. Oltre a ciò, sarà necessaria una profonda revisione dei processi
aziendali: gli operatori dovranno essere addestrati al nuovo stile di guida
derivante dalla trazione elettrica, con spunti più brillanti rispetto al
gasolio e frenate rigenerative, oltre a dover organizzare le rimesse affinché il personale effettui il
plug-in dei mezzi al momento della ricarica.
Sotto questo punto di vista Zorzan è stato abbastanza chiaro:
[...] Non conosciamo fino in fondo gli effetti dell’elettrificazione. Adesso abbiamo i bus che spesso rientrano in rimessa per un "pit stop" e poi ritornano in servizio: con i bus elettrici non potrà essere così.
Il direttore
ha inoltre ricordato che un bus elettrico determina un ingombro fisico nelle rimesse maggiore
del 20% rispetto ad un mezzo tradizionale, legato principalmente alla presenza per ciascun mezzo della propria colonnina di ricarica, e non sostituisce alla pari un bus a gasolio, dati i tempi richiesti per la ricarica, nonostante le autonomie dei veicoli siano ormai sufficienti per l'effettuazione del servizio.
La prima fase di 411 bus, circa un quarto della flotta di Atac, consentirà all'azienda di “abituarsi” ai processi collegati trazione elettrica, pur avendo una riserva consistente di bus a gasolio.
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