Fase 2 Trasporti – Cosa dice il nuovo DPCM? La guida definitiva

Fase 2 Trasporti – Cosa dice il nuovo DPCM? La guida definitiva

È stato pubblicato in nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) del 26 aprile 2020, che definisce la cosiddetta “Fase 2”: dopo le sperimentazioni come cambieranno i trasporti?





L’articolo 7 del DPCM “Misure in materia di trasporto pubblico di linea” contiene due rimandi specifici: il primo è il “Protocollo per il contenimento del covid-19 nel settore del trasporto e della logicistica”, che detta le norme da rispettare per gli operatori (autisti, ferrovieri, piloti) al lavoro, il secondo è l’allegato 9 del DPCM “Linee guida per l’informazione agli utenti e le modalità organizzative per il contenimento della diffusione del covid-19” che riguarda noi viaggiatori.

Per quanto riguarda i contenuti del Protocollo, restano attivi sostanzialmente i provvedimenti già in vigore: disinfestazione quotidiana di tutti i mezzi di trasporto, salita e discesa dei passeggeri dalle porte centrali e posteriori disattivando la porta anteriore.

L’allegato 9 è suddiviso in tre ambiti più uno specifico per ogni forma di trasporto: le misure di sistema, che non sono obbligatorie (ma solo auspicabili), le misure di carattere generale obbligatorie e le raccomandazioni agli utenti.

Le misure di sistema richiamano la necessità di differenziare l’orario di apertura delle attività, spalmando quanto più possibile l’ora di punta su tutta la giornata. Si tratta di un provvedimento che richiederà a Roma il coordinamento tra l’Agenzia della Mobilità ed i Mobility Manager delle aziende. 

Tutto questo fermo restando l’auspicio della prosecuzione del lavoro in modalità smart.

Le misure di carattere generale obbligatorie possono riassumersi in:
  • Sanificazione obbligatoria non solo dei mezzi ma anche delle zone frequentate dai viaggiatori (stazioni, fermate ecc…);
  • Installazione di dispenser con soluzioni disinfettanti per le stazioni ferroviarie e sui mezzi di lunga percorrenza. Un obbligo che riguarderà sostanzialmente le ferrovie regionali e, forse, la Roma-Civita Castellana-Viterbo;
  • Prediligere la vendita online dei biglietti;
  • Previsione della gestione dei passeggeri sui quali sarà accertata una temperatura superiore ai 37,5° C. Questo significa che potenzialmente prima di salire sui bus o passare i tornelli potrebbe essere controllata la temperatura;
  • Adozione di sistemi di informazione di carattere generale su come comportarsi e come usare i dispositivi di protezione personale (DPI);
  • Operare le necessarie misure organizzative al fine di evitare ogni possibile contatto tra i passeggeri, garantendo la distanza interpersonale di 1 metro.
    Questo punto forse è il punto più necessario quanto controverso: andiamo verso la limitazione dell’accesso ai mezzi pubblici, con le sedute a scacchiera ed i famosi pallocchi a terra sui quali si dovrà sostare. Su Odissea Quotidiana abbiamo supporto che l’offerta di posti si ridurrà a parità di mezzi fino all’80%.

Restano infine valide le Raccomandazioni ai passeggeri che abbiamo pubblicato qualche giorno fa.

Scendendo nelle norme di dettaglio del trasporto pubblico stradale, lacuale e ferrovie concesse leggiamo:
  • I passeggeri dovranno indossare necessariamente una mascherina, anche di stoffa, per la protezione del naso e della bocca;
  • Prevedere che la salita e la discesa dei passeggeri dal mezzo avvenga secondo flussi separati:
    • negli autobus e nei tram prevedere la salita da una porta e la discesa dall’altra porta;
    • utilizzare idonei tempi di attesa al fine di evitare contatto tra chi scende e chi sale, anche eventualmente con un’apertura differenziata delle porte;
  • sugli autobus e sui tram garantire un numero massimo di passeggeri, in modo da consentire il rispetto della distanza di un metro tra gli stessi, contrassegnando con marker i posti che non possono essere occupati. Per la gestione dell’affollamento del veicolo, l’azienda può dettare disposizioni organizzative al conducente tese anche a non effettuare alcune fermate;
  • nelle stazioni della metropolitana:
    • prevedere differenti flussi di entrata e di uscita, garantendo ai passeggeri adeguata informazione per l’individuazione delle banchine e dell’uscita e il corretto distanziamento sulle banchine e sulle scale mobili anche prima del superamento dei varchi;
    • predisporre idonei sistemi atti a segnalare il raggiungimento dei livelli di saturazione stabiliti;
    • prevedere l’utilizzo dei sistemi di videosorveglianza e/o telecamere intelligenti per monitorare i flussi ed evitare assembramenti, eventualmente con la possibilità di diffusione di messaggi sonori/vocali/scritti;
  • applicazione di marker sui sedili non utilizzabili a bordo dei mezzi di superficie e dei treni metro;

Ricapitolando l’essenziale abbiamo quindi: mascherina obbligatoria, limitazione di accesso e separazione dei flussi in ingresso e uscita.

Ci aspettano tempi duri e, non potendo aumentare in tempi brevi la frequenza dei mezzi (i 328 nuovi autobus in produzione a Flumeri arriveranno solo dopo l’estate), solo la diminuzione della domanda di trasporto potrà salvarci dal tracollo sistemico. Una riduzione che potrà esserci solo tramite il mantenimento dello smart working.

Ricordiamo infine che le misure citate saranno in vigore a partire dal 4 maggio.

Esistono tuttavia altre forme di mobilità possibile, ma di questo ne parleremo la prossima volta.


Di Carlo - TreninoBlu è dottore in Ingegneria Civile, un cittadino di Roma appassionato di trasporto pubblico che mal sopporta l'inefficienza e la mancanza di idee per la mobilità. Per informazioni o segnalazioni carloandrea.tortorelli@odisseaquotidiana.com







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