Le uscite d’emergenza della metropolitana sono utilizzate
come scorciatoie o, peggio, per evitare di pagare il biglietto.
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Chi utilizza la metro di Roma sa bene che, tra i vari temi
irrisolti, c’è anche quello dei cancelletti d’emergenza. Questi dispositivi,
aggiornati nel 2015 a seguito della nuova normativa antincendio, in una prima
fase rappresentarono una disgrazia per le casse dell’azienda, con decine di
persone che entravano nella metro spingendo dall’esterno il maniglione antipanico.
Il problema fu mitigato pochi mesi poco, mediante l’installazione
di ampi pannelli di plexiglass che impediscono l’azionamento indebito del
cancello dall’esterno: per motivi di sicurezza, è stata ovviamente mantenuta la possibilità di apertura dei gate dall'interno della stazione attraverso i maniglioni antipanico.
Ciò nonostante, nel corso degli anni questi varchi sono rimasti un cruciale punto debole delle stazioni della metropolitana romana. Pur trattandosi di dispositivi obbligatori per
la legge, nonché un presidio essenziale per l’eventuale rapida evacuazione dei
passeggeri, questi cancelli spesso vengono usati impropriamente per evitare di
pagare il biglietto.
Questo problema è piuttosto acuito sulla metro C, presso le fermate di Torrenova e Torre Gaia, dove le uscite di emergenza sono utilizzate come scorciatoie per l’accesso alla stazione dal lato che non è stato costruito.
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A Torrenova si nota il sentiero che si è creato utilizzando sempre più spesso l'uscita di emergenza |
Per risolvere questo problema, o per lo meno mitigarlo, bisognerebbe valutare l’applicazione di sigilli di sicurezza delle uscite di emergenza, che consentirebbero di tenere chiusi i cancelli pur rimanendo fruibili nei casi di necessità.
Tali sigilli, ampiamente presenti sul mercato e disponibili con differenti specifiche tecniche e caratteristiche, sono stati concepiti proprio per questi particolari casi. Oppongono una debole resistenza se si prova a forzarli, consentendo allo stesso tempo di evitare che nessuno utilizzi impropriamente le uscite di emergenza: la fragilità di questi dispositivi è stata infatti studiata in modo tale che si possano spezzare immediatamente in caso di necessità.
I sigilli potrebbero inoltre essere allarmati e collegati alle telecamere a circuito chiuso delle stazioni, per consentire di identificare gli eventuali trasgressori. Un intervento che risulta particolarmente cruciale soprattutto in vista dell'implementazione della validazione in uscita in tutte le stazioni della metropolitana.
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