Diciamo basta alla campagna stampa contro i tram di Roma

Dopo giorni di continui articoli contro i tram esistenti e di futura costruzione a Roma, abbiamo voluto ribadire ancora una volta la nostra ferma avversione alla campagna stampa condotta in questi giorni da alcune testate giornalistiche.

Diciamo basta alla campagna stampa contro i tram di Roma

Nonostante i ripetuti attacchi alle attuali linee tram romane ed ai progetti finanziati che Roma Capitale sta portando avanti in questi mesi, l'amministrazione ha confermato - nel corso della Commissione Capitolina congiunta Urbanistica e Mobilità del 4 agosto 2023 - la volontà di realizzare le opere tramviarie nei tempi previsti dai cronoprogrammi.

Vista l'incessante campagna di stampa che anima le pagine di alcuni quotidiani romani ormai da alcune settimane - dopo aver già espresso la nostra opinione nelle scorse settimane ed aver riportato le parole del Centro Studi sulla Mobilità (CeSMoT) - abbiamo deciso di tornare sulla tematica in un comunicato congiunto con l'Osservatorio Regionale sui Trasporti, Legambiente Lazio, ed Assoutenti - Utenti del Trasporto Pubblico.

Di seguito il testo del comunicato:

La campagna di stampa anti-tram portata avanti da alcune testate giornalistiche, anzi, da una sola, è arrivata ad arruolare la Società Italiana di Neuropsicofarmacologia con l’argomento, per il quale peraltro era sufficiente un qualsiasi maestro elementare anche precario, che l’aumento del rumore provoca disturbi fisici e psichici sull’apparato cardiovascolare e sullo stress.

Sarebbe interessante sapere nelle città in cui è stato reintrodotto il tram in questi anni quale incremento di infarti ci sia stato, in particolare differenziandone l’evoluzione, ad esempio a Parigi, tra St. Denis (il primo dove tornò il tram trent’anni fa) ed il vicino Blanc-Mesnil (dove il tram non è ancora arrivato), e, complessivamente la differenza tra le 272 città europee in cui è attiva una rete tranviaria e le altre. Inoltre, se a Losanna, Liegi, Copenaghen (e Bologna) dove esso è in corso di reintroduzione il problema sia stato ben ponderato.

Suvvia, caro Messaggero, non pensi che il decesso al giorno che provocano le auto private, aggiunto all’inquinamento da pm10 e 2,5 che esse causano ammorbando Roma da una vita e creando malattie polmonari croniche che affliggono soprattutto i bambini, siano un problema più grave? Dovremmo far continuare ad occupare alle auto (più di una per abitante) l’83% dello spazio pubblico, e cioè di tutti noi e permetter loro, quando si muovono, di intasare le strade per percorrere meno di 5 km, una distanza che si potrebbe tranquillamente fare anche a piedi, che tra l’altro farebbe pure bene alla salute? O recuperare in tre anni un ritardo di 150 nella costruzione della rete metropolitana, che comunque ha una diversa funzione trasportistica, magari in attesa di una nuova campagna di stampa sulla pericolosità di esse?

Una preghiera: anziché in campagne paradossali, incomprensibili (forse) e fuori tempo, continua ad occuparti con la serietà con cui lo stai facendo dei problemi delle ferrovie nel Lazio di questa estate, e consentici di muoverci a Roma come in Regione in maniera un po’ più degna di una capitale europea, altrimenti perdi di credibilità anche nelle inchieste serie. Grazie.

Comunicato congiunto Osservatorio Regionale sui Trasporti, Legambiente Lazio, Odissea Quotidiana, Assoutenti - Utenti del Trasporto Pubblico

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1 Commenti

Lulio ha detto…
Dato che i cantieri per le nuove tranvie non sono ancora partiti, suggerirei di spostare il capolinea del 14 alla Stazione togliati e organizzare lì un nodo di scambio convolgendo alcune linne di zona.