Ascensori e scale mobili, il disastro della metro di Roma

Ascensori e scale mobili, il disastro della metro di Roma

Il focus della commissione mobilità di Roma fa emergere (per l’ennesima volta) una situazione completamente fuori controllo: meno di un ascensore su 2 disponibile sulla metro A, completamente inaccessibile la linea B1 e fermi gli impianti sulla tratta esterna della linea C. A 4 anni dall’incidente dei tifosi del CSKA Mosca, quando le scale mobili di Repubblica si sganciarono causando diversi feriti, la metro di Roma non riesce ad uscire dal pantano. Quello che una volta era ordinario sembra diventato uno sforzo straordinario.


Non c’è pace per le scale mobili e gli ascensori della metropolitana di Roma, diventata ormai inaccessibile ai disabili nella maggior parte delle stazioni. ATAC ha dipinto un quadro drammatico, passando in rassegna linea per linea e descrivendo le principali criticità in essere.

La prima sia in termini di vetustità che di criticità è certamente la linea A, le cui stazioni profonde risalenti agli anni ’80 della tratta Furio Camillo-Spagna sono sostanzialmente accessibili solo con le scale mobili. La mancanza di scale fisse determina spesso la chiusura delle stazioni, con inevitabili disagi per i viaggiatori. 

La fotografia dell’ATAC restituisce l’87% delle scale in servizio, il 5% fermo in attesa di manutenzione straordinaria, il 2% fermo in attesa di collaudo ANSFISA (l’Agenzia per la Sicurezza delle Ferrovie) ed il 6% fermo per manutenzione correttiva (ossia per piccoli guasti che ATAC è in grado di riparare in pochi giorni). 

Male, anzi malissimo, gli ascensori, con il solo 44% di impianti disponibili ed il restante fermo in attesa di revisione generale.

Per tale casistica, ha specificato ATAC, sarà necessario adeguare gli impianti all’ultima normativa in materia con un progetto di ammodernamento che sia validato da parte dell’ANSFISA. A questa complessità progettuale si aggiungono i pesanti problemi di approvvigionamento dei materiali ferrosi ed elettronici a causa della guerra. 

Tutto ciò impedisce ad oggi di definire un cronoprogramma certo: non si sa se e quando gli ascensori torneranno disponibili.

A seguire la linea B è risultata essere la migliore, con 31 su 48 impianti tornati in servizio sulla tratta Castro Pretorio-Rebibbia. Dei restanti 17, circa 15 sono ancora in lavorazione fino a gennaio 2023 e 2 ascensori pronti in attesa di collaudo. 

L’ATAC ha comunque lanciato un allarme per altri 55 impianti, che arriveranno a fine vita tecnica entro il 2024 e sui quali Roma Capitale dovrà mettere a disposizione specifici fondi. Il risultato finale è che l’83% tra ascensori e scale sono funzionanti, il 13% è in lavorazione ed un residuo è in manutenzione ordinaria correttiva.

Decisamente più grave è la situazione delle 4 stazioni della B1, di cui le prime 3 stazioni Annibaliano, Libia e Conca D’Oro, inaugurate nel 2013, devono ricevere l’adeguamento decennale alle ultime norme vigenti. 

Se da una parte ATAC sta lavorando al progetto per Annibaliano e Conca D’Oro, per Libia risulta essere tutto fermo. 

La causa dello stop sono le pesanti infiltrazioni d’acqua riscontrate mesi fa e che avevano già costretto a chiudere la stazione per 19 giorni di fila a cavallo di maggio. Da parte del Comune non c’è stata nessun impegno per questo problema urgente, che richiederebbe intervento di impermeabilizzazione: senza alcuna manutenzione l’acqua danneggerà ulteriormente gli ascensori allungando i già lunghi tempi di ripristino.

A chiudere la kermesse è stata la linea C, la più moderna ma con 19 ascensori fermi perché risalenti al 2006 in attesa della revisione speciale dei 15 anni. 

L’indicazione fornita sulla terza metropolitana è stata quella di sostituire, progettando una componente fuori dal commercio, il paracadute di emergenza dei ascensori sulla tratta Torrenova-Pantano. 

A maggio il progetto è stato consegnato e validato da ANSFISA e sono partiti i lavori di aggiornamento, con 13 impianti ad oggi revisionati. Entro la fine dell’anno, si spera, di riuscire a riaprire gli ascensori della tratta Torrenova-Pantano.

Con l’occasione i rappresentanti dell’ANSFISA hanno ribadito che le attività di propria competenza, ossia i collaudi, sono eseguite sempre celermente nonostante un impianto richieda mediamente 4/5 ore ad impianto. 

Altresì l’Agenzia sta cercando di semplificare la normativa in materia, introducendo ulteriori soggetti privati qualificati che in futuro potranno eseguire i collaudi per conto dell’ANSIFA stessa.

Certo, la semplificazione della disciplina sicuramente aiuterà le manutenzioni in tutte le metropolitane di Italia, ma solo a Roma sostituire una scala mobile o un ascensore è diventata un’impresa.




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