Scale mobili della metro: gestione approssimativa e superficiale di Atac

Scale mobili della metro: gestione approssimativa e superficiale di Atac


La perizia del tecnico della Procura sottolinea una serie di criticità nel rapporto con l’appaltatrice Metroroma scarl. Il caso del cuneo del freno d’emergenza messo fuori uso con le fascette di plastica



«Frammentaria», «confusa», «discordante», «non congruente» la ricostruzione degli interventi di manutenzione sulla scala 339, quella che lo scorso ottobre cedette ferendo i tifosi russi alla stazione Repubblica. 

Il consulente della Procura Rodolfo Fugger è chiaro: dalla documentazione analizzata emerge l’atteggiamento negligente di Atac verso Metroroma scarl. «Si evidenzia — scrive il tecnico più precisamente — una gestione approssimativa e superficiale del rapporto contrattuale fra Atac e Metroroma che non riesce a identificare con adeguata precisione quali siano state le effettive e precise prestazioni eseguite dall’appaltatore Metroroma». 

In qualche caso, per fare un esempio, i documenti di stato di avanzamento dei lavori addirittura non coincidono con i rapporti di intervento della municipalizzata dei trasporti.

Sul tapis roulant in questione (il numero 339) il tecnico della procura ha eseguito una perizia accurata e rintracciato una serie di criticità: «É evidente — scrive — che il freno di servizio non riuscisse a esplicare una funzione frenante sufficiente per arrestare la scala nelle condizioni di carico in cui si è trovata a funzionare (90-95% del massimo carico) in quanto era in grado di esplicare una funzione frenante pari a circa un terzo di quella prevista in progetto». 


Altrettanto compromesso il freno d’emergenza dell’impianto dove, scrive Fugger, «uno dei due cunei del freno» era stato messo fuori uso «attraverso delle fascette in plastica che hanno impedito al meccanismo di rilasciare il cuneo stesso, compromettendo il 50% dell’efficacia del freno emergenza».

L’inchiesta coordinata dagli aggiunti Paolo Ielo, Nunzia D’Elia e dal pm Francesco Dall’Olio ha evidenziato una serie di criticità sotto il profilo della manutenzione. Così fra settembre 2017 (quando parte il contratto di Metroroma) e settembre 2018, il controllo dell’efficienza del freno di emergenza viene effettuato solo due volte anziché una al mese, come previsto dal contratto. 

Nè Atac prende provvedimenti di sorta, come sottolinea il gip Massimo Di Lauro che firma l’ordinanza di misure cautelari per quattro indagati (tre Atac, uno Metroroma): «Non risulta che, a fronte di questi omessi controlli sul freno di emergenza e sugli altri componenti, Atac abbia mai eccepito alcunché o preso alcun provvedimento». 

Quanto alla fermata della linea B di Piramide ieri è stata una giornata importante: uno scheletro di epoca romana è stato rinvenuto durante uno scavo di Acea.

Da Corriere della Sera



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