Mentre prosegue la consultazione pubblica sulla TVA, dal
passato industriale di Roma vi raccontiamo di un’idea per rendere questa
infrastruttura una vera e propria opera d’arte.
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Il tram TVA sarà un’occasione irripetibile per rivitalizzare
via Nazionale e il centro storico, questo è noto, ma per renderlo ancor più
inserito nel contesto urbano ci arriva dal “recente” passato dell’epoca
industriale della Capitale un’ispirazione da non sottovalutare.
Come noto agli storici, il tram su via Nazionale fu una
delle prime linee tramviarie di Roma (e d’Italia), attivata il 19 settembre
1894 e facente parte del tracciato Termini-San Silvestro dismesso alla fine del
1929.
Tra gli elementi che furono studiati a fine Ottocento, per favorire l’inserimento architettonico della linea, vi furono i pali di sostegno dei fili di alimentazione, per i quali diversi artisti italiani furono chiamati alla progettazione.
Degli originali pali di sostegno per questa linea tramviaria,
solo due sono arrivati ai nostri giorni e sono attualmente esposti all’ingresso
del Museo Centrale Montemartini.
Questi pali, che attualmente fungono da lampioni di ingresso,
sono composti da due parti: il candelabro e il coronamento superiore.
Il candelabro venne ideato da Duilio Cambellotti sul disegno generale di Mariano Coppedé, noto artigiano a cui l’iconico quartiere di Roma deve il proprio nome.
La decorazione è caratterizzata, partendo dal basso, da
quattro teste di lupa, simbolo di Roma, che reggono festoni tra le fauci, sopra
le quali viene messo in scena il trionfo dell’elettricità rappresentato da un
giro di quattro fancelle nude danzanti i cui capelli terminano in acuminati
raggi elettrici. Questa scena, particolarmente evocativa, è un’allegoria che si
ispira ai balletti e alle opere alla moda nei teatri tra fine Ottocento e inizio
Novecento. Proseguendo lo sguardo verso l’alto il palo è decorato da palme e
rami di alloro avvolgenti con gli stemmi comunali.
Sul candelabro sono presenti due iscrizioni: “MDCCCXCVI. Dulio Cambellotti al(liev)o del Museo Art(i industriali) F(ecit)” e “Fonderia del Pignone Firenze”, presso la quale furono fusi i pali in ghisa.
Il coronamento superiore, realizzato da Guglielmo Calderini,
consiste in un arco di cerchio terminante all’estremità da una parte con una
testa di montone e dall’altra con la lampada, al posto della quale
originariamente alloggiavano i ganci di sostegno dei fili del tram. Al centro
del cerchio lo stemma comunale.
Considerando, dunque, l’originale scopo di questi pali all’interno
del contesto del progetto tramviario di via Nazionale, sarebbe piuttosto
suggestivo riprendere questa idea dal passato per proiettare i trasporti di Roma
nel futuro.
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