Atac, Patané: "Indagine AGCM singolare"

L'assessore ha sottolineato l'accanimento dell'Autorità per la Concorrenza contro Atac.

Atac, Patané: "Indagine AGCM singolare"
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L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha avviato nei confronti di Atac una istruttoria per approfondire il mancato raggiungimento degli obiettivi quali-quantitativi dei servizi erogati nel triennio 2021-2023, contestando all'azienda una possibile "pratica commerciale scorretta". I funzionari dell'AGCM hanno dunque effettuato un'ispezione - assieme al Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza - nella sede Atac di via Prenestina.

Immediata la reazione dell'assessore alla mobilità di Roma, Eugenio Patané:

È davvero paradossale che l’Antitrust anziché seguire il netto ed evidente miglioramento della situazione economico-finanziaria e dell’operatività di Atac, vada oggi ad aprire un’indagine su un periodo critico in cui il Concordato preventivo e l’immobilismo delle amministrazione precedenti avevano imposto all’azienda di fermare alcuni servizi a causa dell’assenza di investimenti, manutenzioni e revisioni degli asset del trasporto pubblico.

Patané ha infatti sottolineato che nel 2021 l'azienda doveva ancora restituire 171 milioni di euro ai creditori chirografari, mentre dopo la fine del concordato si è arrivati a chiudere il bilancio del 2023 in attivo di 11 milioni di euro.

Se dal punto di vista economico-finanziario l’azienda era a terra, a livello operativo era completamente ferma: non si facevano manutenzioni da decenni, non veniva sostituito l’armamento della metro da 40 anni, e quello dei tram da 20; non venivano fatti investimenti per acquistare nuovi mezzi.

L'assessore conclude polemizzando sull'attività dell'Antitrust:

Ci preme sottolineare infine che Roma Capitale ha 141 milioni di km/vettura all’anno affidati in house ad Atac, ma ha anche quasi 36 milioni di km/vettura messi a gara. Appare dunque singolare che si accenda un faro soltanto sull’attività dell’azienda in house e non sullo stato complessivo del Tpl  capitolino.

Il riferimento è chiaramente al servizio erogato dal 2021 al 2023 dal gestore del trasporto pubblico periferico, il consorzio privato Roma TPL. Secondo quanto illustrato nella relazione annuale 2024 di ACoS, l'Agenzia per il Controllo e la qualità dei Servizi pubblici locali di Roma Capitale, Roma TPL ha prodotto nel 2023 circa 21 milioni di vetture-km, in forte diminuzione (-12,3%) rispetto al 2022 che era già ben al di sotto dei 30 milioni programmati.

Quel che emerge dal rapporto è una forte contrazione dei servizi erogati rispetto al programmato da parte del gestore periferico privato Roma TPL, con un crollo dal 76% del 2021 e 2022 al 68,5% dell'anno 2023.


Fonte: ACoS - Relazione annuale 2024


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6 Commenti

Anonimo ha detto…
A prescindere dalle varie considerazioni non appare comunque un'azienda molto difendibile. Il servizio ancora lascia a desiderare sotto vari aspetti e francamente viene da dubitare che migliorerà più di tanto.
Anonimo ha detto…
Secondo me è inutile continuare con questo monopolio. Il servizio va messo a gara, punto e basta.
Carlo Giallo ha detto…
Non c'è nessun monopolio. La rete periferica è affidata a privati mediante gara.
Anonimo ha detto…
Parlo del monopolio ATAC che anch'esso andrebbe messo a gara.
Anonimo ha detto…
Carlo, guarda che le gare per la gestione dei servizi locali in generale riguardano anche l'azienda di trasporto principale. E quando si dovrà fare non è detto che ATAC vincerà; potrebbe benissimo vincere un'altra azienda anche europea.
Anonimo ha detto…
Purtroppo sembra che non si vuol capire che per fare funzionare veramente un'azienda non basta esaminare la situazione in termini di puro bilancio aziendale. Occorre che la stessa ragioni in termini di logica industriale, di razionalità aziendale e così via; il tutto diretto verso obiettivi di efficacia del servizio. Per ottenere questo occorrerebbe ristabilire una precisa gerarchia aziendale, occorrerebbe motivare il personale ad operare in un certo modo, anche premiando i bravi e punendo i "cattivi". Se tutto questo non viene fatto, far quadrare i conti potrà forse soddisfare certi parametri prettamente economici ma non ha molto senso ai fini dell'ottenimento di una certa efficacia del servizio da erogare all'utenza.