45 anni fa nasceva il “metrò” per eccellenza della Capitale.
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Il 16 febbraio 1980, alle ore 6:00 del mattino, la linea A
della metropolitana partiva per il suo primo di una serie interminabile di
viaggi nel sottosuolo della Capitale. Una linea attesa dopo 17 di costruzione,
contati e sofferti giorno dopo giorno dai romani di quadranti sud-est e
nord-ovest.
L’idea della linea A nacque a seguito del successo della “ferrovia metropolitana” dell’E.42 che, pur servendo l’area disabitata dell’EUR, nel giro
di pochi anni era diventata il mezzo preferito dai cittadini della zona di San
Paolo, nonché il motore di rinfunzionalizzazione dell’ex Esposizione Universale
fascista in quartiere dell’unità europea e della pace.
Sulla scorta di questo entusiasmo Roma approvò il proprio primo
Piano Regolatore Generale dell’era moderna, che comprendeva tra le varie anche
la costruzione di altre linee metropolitane.
Fu individuata come prioritaria la tratta da Cinecittà al
quartiere Prati, con i finanziamenti assegnati nel 1959 e i lavori che
partirono nel 1963 a cura della SACOP.
Si cominciò a costruire la tratta più periferica sulla
Tuscolana, da Porta Furba all’Anagnina, con la tecnica del cut&cover già
sperimentata per la costruzione della tratta Piramide-Termini della linea B. Fu
subito un disastro: a differenza della linea B, costruita in epoca di dittatura
e di scarsa motorizzazione, i lavori della metro A mandarono subito in tilt il
traffico di via Tuscolana.
Per paura di una replica dello scenario nella propria zona,
i commercianti di via Cola di Rienzo chiesero e ottennero la deviazione del tracciato in Prati su viale Giulio Cesare, ben lontano dai punti nevralgici
della zona.
I lavori furono interrotti per 5 anni e solo dopo i
necessari approfondimenti progettuali fu adottata l’allora innovativa soluzione
della “talpa” per la tratta centrale, con il campo base situato in largo dei
Colli Albani. Anche in questo caso l’andamento della costruzione fu tutt’altro
che lineare, anche a causa della sperimentazione della nuova tecnologia che
causò alcuni danni ai palazzi affacciati su via Appia.
LA TRATTA TERMINI-PRATI
Alla fine, dopo mille fatiche e altre complicazioni per lo scavalco
del Tevere, originariamente previsto in sotterraneo, poi elevato mediante un
ponte di costruzione ex novo, la linea A della metropolitana fu completata. Un
difficile travaglio, che contribuì a ispirare geni del calibro di Federico
Fellini, che dedicò alla metropolitana diverse scene del suo capolavoro “Roma”.
Alla fine, la metropolitana fu aperta, tra l’entusiasmo dei cittadini
che in più di 400mila decisero di fare il primo giro inaugurale nel lontano 16
febbraio 1980.
Sebbene fosse la seconda in ordine di tempo, i romani considerarono la linea A la prima “vera” metropolitana, rispetto alla linea B che era decisamente meno utilizzata per la sua brevità e il suo percorso, oltre che per le molte tratte all’aperto. Con la partenza del metrò fu rivoluzionata la rete di superficie, adottando il criterio tutt'ora in uso per la numerazione delle linee bus.
Dopo la partenza da Cinecittà, nello stesso anno il percorso
fu prolungato al terminal dell’Anagnina. Successivamente negli anni ’90 la
linea fu prolungata, prima nel 1999 fino a Valle Aurelia, con un treno spola, e
poi il 1° gennaio del 2000 fino a Battistini.
Oggi la linea A punta ad un ulteriore allungamento fino a Torrevecchia, desiderato dal Comune da più di 25 anni. Con la revisione
progettuale in corso, la sfida è più che mai aperta.
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