La Roma-Nord è morta, ma sappiamo chi l’ha uccisa

La Roma-Nord è morta, ma sappiamo chi l’ha uccisa


La Roma-Nord è morta, ma il Comitato pendolari ha le idee chiare e sa chi è il colpevole: L'Ansf, l'Ustif, i regolamenti, il lassismo, la Regione Lazio ed ovviamente l'Atac



Sapevamo che questo momento prima o poi sarebbe giunto e infine è arrivato: con la nota entrata in vigore, dal 1 luglio 2019, del regolamento dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie – ANSF anche per la nostra tratta, finora sotto la normativa emanata dall’Ufficio speciale trasporti a impianti fissi – USTIF (sotto le direttive del Ministero dei Trasporti – MIT) , saranno introdotte nuove limitazioni alla circolazione dei treni. 

Questo è dovuto al fatto che ANSF prevede come prescrizione di sicurezza un sistema simile al Sistema di Controllo Marcia Treno – SCMT come ben specificato in un decreto 1 del 2019 che potete scaricare qua e soprattutto nelle importanti norme tecniche (soprattutto l’Allegato 4 delle norme) emanate a seguito del decreto, che certificano di fatto, una riduzione forte del servizio extraurbano.

Per questo ATAC ha emanato una direttiva interna che da le seguenti indicazioni, per la parte extraurbana:

  1. La velocità massima della linea consentita è 50 km/h, salvo eventuali limitazioni più restrittive di velocità notificate secondo le modalità regolamentari in vigore.
  2. Su tutti gli attraversamenti è imposta la battuta d’arresto, pertanto tutti i treni prima di impegnare gli stessi devono arrestarsi e l’agente di condotta (macchinista-capotreno) può riprendere la marcia dopo essersi accertato del relativo stato di libertà e dell’assenza dei transiti sugli stessi.
  3. Su tutti i deviatoi di linea non comandati da ACEI è imposta la battuta d’arresto, pertanto tutti i treni prima di impegnare tali enti devono arrestarsi e l’agente di condotta può riprendere la marcia dopo essersi accertato del corretto posizionamento degli stessi.

Sulla tratta urbana da Montebello a Roma Flaminio la dotazione di sicurezza soddisfa i criteri richiesti e non ci saranno blocchi del servizio, mentre sulla tratta extraurbana, tra Montebello e Viterbo, già fortemente penalizzata da riduzioni costanti di servizio, la dotazione di sicurezza è rappresentata dal Blocco (giunto) Telefonico, che come “tecnologia” è abbastanza datata (degli anni 50!) e che ANSF fa utilizzare solo con le premesse 1,2,3 di cui sopra.

Dal 1 luglio assisteremo a rallentamenti e soppressioni in tratta extraurbana, tali da far temere il blocco del servizio, e questo non dipende da chi porta il treno (ricordiamolo!!), che deve rispettare ordini imposti dai dirigenti di esercizio.

E qua veniamo alla nota dolente: sono quasi due anni che si sa questa cosa, maturata subito dopo la tragedia ferroviaria di Andria e Corato e nessuno ha fatto nulla per prevenire. 

La Regione Lazio si trascina con le aggiudicazioni della gara per il raddoppio tra Riano e Morlupo da ormai 7 mesi e attualmente il contratto con le aziende aggiudicatarie dei due lotti non è ancora stato firmato. 

Ricordiamo che per fare il progetto esecutivo le ditte hanno a disposizione altri 3 anni. 

L’acquisto dei nuovi treni non è ancora perfezionato, ma se dovesse essere firmato oggi, questi nuovi mezzi non arriverebbero prima della fine del 2021. 

Atac dal canto suo, essendo praticamente a “fine mandato” (ha avuto dalla regione un ulteriore rinnovo di 18 mesi mascherato da nuovo contratto, quindi dal 1 luglio 2019 al 31 dicembre 2020) in quanto la Regione sta predisponendo (??) la nuova gara per l’affidamento del servizio, fa quello che può, con i mezzi che ha, molto pochi per la verità.

Da lunedì 1 luglio l’orario in vigore sarà questo : sono state ridotte corse urbane, extraurbane e soppresse le navette sostitutive del treno, ma il problema sarà proprio l’entrata in vigore del nuovo regolamento.

Prevediamo quindi una apocalisse di soppressioni in tratta extraurbana e quelle poche corse effettuate saranno lentissime… al limite dello sfinimento per il povero e (sempre più) martoriato pendolare della romanord. 

Si potrà prendere il treno forse solo di domenica, quando ci saranno meno corse e meno utenti, e questo è veramente PARADOSSALE.

La conseguenza sarà l’abbandono della linea per salire sulle automobili private per spostarsi a roma, con la chiusura di fatto dell’extraurbano…ma forse qualcuno vuole proprio questo?

Noi resteremo sempre vigili e segnaleremo, dateci una mano amici pendolari a non far chiudere la ferrovia: sarà un dramma per tutti!

Sollecitate i vostri sindaci, assessori e cittadini (non solo gli utenti della ferrovia) a prendere coscienza del problema e a farsi promotori di una forte azione sociale per evitare il peggio. Noi faremo altrettanto, ma dobbiamo essere uniti….soprattutto in questo momento.

Dal sito dei Pendolari della Roma Nord


Iscriviti alla newsletter! Se desideri rimanere aggiornato, inserisci il tuo indirizzo email.

* indicates required
Email Format




Vuoi muoverti meglio con il trasporto pubblico a Roma?
Rimani informato con il nostro canale Telegram
Roma Trasporti News






Posta un commento

5 Commenti

Anonimo ha detto…
A parte che saranno, molto probabilmente, concesse delle deroghe a tali nuovi norme, mi risulta che ci siano i finanziamenti per adeguare tutta la linea alle nuove normative, ed anche per applicare l'SCMT (mi è stato detto già da un po' di tempo da un ingegnere del MIT). Inoltre, vorrei far notare che la velocità massima ammessa per i treni su questa ferrovia è (a dispetto dei 90 km/h che possono raggiungere FIREMA ed ALSTOM) di 80 km/h per la tratta urbana e di 60 km/h per quella extraurbana, quindi l'eventuale limitazione a 50 km/h nemmeno sarebbe poi un grande problema. Quindi, se così stanno le cose, non drammatizzerei troppo; poi si vedrà, certo.
Anonimo ha detto…
Credo potrebbe essere utile la lettura di questo articolo sull'argomento:

http://www.ferrovie.it/portale/articoli/8521
Anonimo ha detto…
La Roma Nord, nella tratta extraurbana, avrebbe bisogno non solo dell'SCMT, ma anche di un Blocco Conta Assi e di un sistema di Controllo Centralizzato del Traffico (il quale ultimo potrebbe includere anche la tratta urbana), unitamente ad un segnalamento più moderno, che a questo punto andrebbe reso analogo a quello di RFI, con segnali luminosi di avviso, protezione e partenza dalle stazioni. Speriamo che si preveda di realizzare anche questo al più presto, unitamente al rinnovo della linea di contatto aerea nella tratta Catalano-Viterbo, che è sostanzialmente rimasta quella di origine del 1932, con piccoli ammodernamenti ma non sostanziali.
Anonimo ha detto…
Posto un link su un comunicato sindacale della provincia di Viterbo, sul quale concordo totalmente:

https://www.lamiacittanews.it/ferrovia-roma-nord-parlano-i-sindacati/
Anonimo ha detto…
Beh comunque, in questo caso, colpe all'ATAC non me la sento di darne più di tanto. Nella situazione in cui si trova l'azienda, e considerato le imposizioni dettate da questi nuovi enti apparsi da alcuni anni sulla scena trasportistica, l'azienda stessa è stata costretta ad emanare questi provvedimenti, non poteva fare diversamente, essendo attualmente responsabile sia dell'infrastruttura che del servizio erogato. E l'ammodernamento della linea certamente non è di spettanza dell'ATAC, ma della proprietaria attuale della ferrovia, ossia la Regione Lazio, la quale deve una buona volta prendere una decisione. E, una volta tanto, concordo con le proteste dei sindacati, finalmente resisi conto dell'importanza di salvare questa ferrovia, e non farle fare la fine della Roma-Fiuggi (anche se ciò che resta di quest'ultima, come sappiamo, rischia comunque, per gli stessi motivi della Nord).
Del resto, forse non tutti sanno che, ai tempi della gestione ACOTRAL (dal 1976 al 1993 circa), l'allora proprietario della ferrovia, ossia lo Stato (la cessione alla regione avvenne in seguito), finanziò verso gli anni ottanta gli ammodernamenti della ferrovia, ma principalmente nella tratta urbana di Roma, e fu l'ACOTRAL, con il bilancio suo ordinario e con alcune "mosse tattiche" azzeccate, a salvarla dalla chiusura e ad ammodernarla, per quanto possibile, anche nella tratta extraurbana. Anche per questo motivo il tratto urbano è più moderno del restante, come livello infrastrutturale. Del resto, la storia ci dice che, nel 1979 circa, il MIT voleva chiuderla completamente questa ferrovia, e fu allora salvata dalla regione, che aveva meno poteri di oggi ma aveva comunque il diritto di dire la sua...