L’allarme dall’associazione Trasportiamo: “serve un piano
Marshall”.
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Dopo l’interruzione per ben 5 ore nel torrido week-end del
Pride, che ha mandato in tilt la città, l’associazione Trasportiamo torna a denunciare la disastrosa situazione degli impianti della linea B della metropolitana.
Sulla linea blu, infatti, è stato attivato un
pesantissimo rallentamento a passo d’uomo (6 km/h) nella tratta di 500 metri da
Castro Pretorio a Policlinico, dove si trovano i binari d’inversione. Servizio rallentato
anche nella direzione opposta, a 20 km/h, a causa del degrado dei binari ormai
giunti ampiamente a fine vita tecnica.
Il bollettino dei rallentamenti è la fotografia plastica della situazione. Se ne contano attualmente tredici, tra cronici e nuovi: uno a 65 km/h tra Palasport e Magliana; sette a 30 km/h, inclusi arrivo e partenza dalla stazione Conca d’Oro, sulla diramazione B1; e due a 15 km/h, sui tronchini di Rebibbia e da Eur Fermi a Laurentina. Poi c’è il nodo di Castro, con ben tre rallentamenti, concentrati in pochi metri. Una debacle. Il più pesante quello verso Policlinico, come già anticipato, dove si viaggia a soli 6 km/h, in pratica a passo d’uomo. L’altro, ormai storico, è la prescrizione a 20 km/h sul binario dispari, in direzione Laurentina, con rallentamento in transito sullo scambio immediatamente prima dell’ingresso di Castro e lungo tutta la sua banchina. Il terzo, infine, è un’altra new entry, e riguarda la velocità dei treni in manovra su quello stesso deviatoio, portata anch’essa a 6 km/h.
Denuncia Trasportiamo, che segnala la necessità di un vero e proprio piano Marshall per la seconda metropolitana, alla stregua di quanto fatto di recente sulla linea A.
Rispetto alla metro A, infatti, la linea B ha attraversato una crisi ben più profonda e strutturale: la mancanza dei treni ha costretto nel 2022 a ridurre le corse con soli 13 convogli e se il servizio è sopravvissuto fino ad ora è stato per merito della caparbietà delle maestranze dell'Atac.
Ma la manutenzione dei treni e l'acquisto dei nuovi convogli da soli non bastano. È necessario un profondo restyling dell'infrastruttura, in larga parte risalente agli anni '90. Un piano che, per portata degli investimenti e responsabilità, deve essere finanziato da una scelta politica nel bilancio comunale.
È di esempio, a tal proposito, l’interruzione dello scorso
14 giugno a causa dell’azionamento indebito di un pulsante d’emergenza: parliamo
sistemi tecnologici obsoleti che hanno costretto i tecnici Atac a cercare per 5
ore il punto dove forzare la riattivazione dell’alimentazione elettrica.
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