Tram: senza asservimento le nuove linee saranno un fallimento

La precedenza semaforica agli incroci è essenziale perché i tram siano realmente efficaci.

Tram: senza asservimento le nuove linee saranno un fallimento

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Come analizzato ormai molti anni fa da questo blog e altre realtà civiche, i tram di Roma sono i mezzi più lenti dell’intera rete di trasporti. Una lentezza resa ancor più esasperante dal fatto che le tramvie sono allo stesso tempo tra le poche linee a viaggiare quasi completamente in sede riservata, che viceversa dovrebbe assicurare una maggiore velocità commerciale.

A sostanziare questo fatto non sono solo, dunque, le “sensazioni” degli utenti, che in un primo momento quasi rimpiangevano il ritorno dei tram dopo il lungo stop dello scorso anno per i lavori al deposito di Porta Maggiore.

E ora che il servizio è ridotto quantitativamente ai minimi termini, in attesa che si compia la “beata speranza” dei nuovi convogli Urbos è necessario agevolare quanto più possibile la rete esistente, con uno sguardo anche a quella futura.

Oltre ad una riduzione sostanziale del numero di fermate, che soprattutto sulla Prenestina rallentano moltissimo la marcia dei tram, è opportuno che venga attivato – o per meglio dire ri-attivato – l’asservimento semaforico.

Grazie a delle spire sotto l’asfalto che registrano il passaggio dei tram, l’asservimento è un sistema di velocizzazione sostanziale del trasporto pubblico che garantisce il verde all’arrivo dei veicoli in prossimità di un incrocio. Questa tecnologia, piuttosto rudimentale ma efficace, è già presente sulle linee del 2 e dell’8, ma è inspiegabilmente disattivata.

Secondo le voci che corrono su radio binario, l’asservimento semaforico tramviario sarebbe stato disattivato anni fa per non intralciare il traffico privato, sebbene l’onda verde calibrata sui mezzi pubblici vada a vantaggio anche delle macchine che non devono subire sugli incroci dei cicli “a vuoto” dove non passa nessun bus o tram.

Altre indiscrezioni, tutte da verificare, indicano che le spire sotto l’asfalto sarebbero state tolte durante i lavori all’armamento del 2 e dell’8, aggiungendo alla beffa anche il danno.

Ma al di là delle voci di corridoio, resta il fatto che anche sulle nuove tramvie si stia mantenendo un approccio fin troppo conservativo: si pensi, ad esempio, alla riduzione di fermate per la linea Togliatti che da 21 sono diventate 19, mentre si sarebbero potute ottimizzare a 15. Se alle fermate ravvicinate si sommerà anche l’assenza di asservimento semaforico, il rischio sarà che le 4 nuove tramvie del PUMS saranno anche le uniche ad essere realizzate.

In sintesi, se i nuovi tram saranno lenti alla stregua di quelli vecchi, la macchina del fango della stampa locale comincerà un nuovo attacco a questo mezzo di trasporto, seppellendo definitivamente qualsiasi espansione della rete tramviaria per i prossimi 30 anni e preparando il terreno per la soppressione delle linee esistenti.


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4 Commenti

Anonimo ha detto…
Non è una macchina del fango, è oggettivo che i tram sono troppo lenti e troppo costosi per quello che danno.
Meglio i BRT, o meglio ancora sarebbero le metropolitane.
Anonimo ha detto…
Guarda che non è affatto vero che i tram sono lenti. Vai a vedere in altre città italiane ed estere come funzionano i tram, che poi ne riparliamo. Se dai una sede protetta ed un asservimento semaforico i tram sono tutt'altro che lenti, e trasportano più persone di un BRT, che poi è poco più di un autobus. Sulle linee a media domanda di trasporto occorrono tramvie, questo li dicono princìpi generali di tecnica ed economia di TPL.
Anonimo ha detto…
Il tram porta milioni di persone all'anno. Il problema è che in alcune città come Roma non esiste una autorità tecnica che sappia farlo funzionare con i dovuti accorgimenti tecnici ma esiste una sindacalizzazione al servizio di chi guida il mezzo di chi guida l'auto e riesce sulla sua tratta a far distruggere lassrvimento semaforico. Rigore ci vuole e quando si scoprono situazioni scorrette licenziamento immediato e invio a lavorare la terra o ad aiutare nelle stalle. 10 esempi cosi e tutto finisce. Il buonismo è infestante.
Anonimo ha detto…
Eh già, concordo!