Dieci dirigenti sono stati assolti dalle accuse inerenti i
bus andati in fiamme tra il 2016 e il 2019.
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La Procura di Roma ha prosciolto dieci dirigenti di Atac, facendo
cadere le accuse in merito al fenomeno dei flambus, che tra il 2016 e il 2019
ha funestato le strade della Capitale e l’immagine dell’azienda municipalizzata
dei trasporti.
Le accuse sollevate riguardavano le mancate manutenzioni
effettuate, che spinto i pubblici ministeri ad avviare un’indagine per disastro
e incendio colposi.
Il Giudice dell’Udienza Preliminare ha tuttavia sostenuto la
tesi della difesa, secondo la quale i dirigenti coinvolti non avevano responsabilitÃ
sullo stato manutentivo dei mezzi: la causa dei flambus è stata ricondotta agli
scarsi investimenti da parte del socio unico, Roma Capitale, che in quegli anni
aveva completamente tagliato i fondi per il rinnovo della flotta.
Dal 2019, finalmente, l’avvio delle consegne dei nuovi bus a
partire dai Citymood acquistati su piattaforma Consip ha consentito di mitigare
il fenomeno, fino ad annullarlo in tempi recenti. Poiché i dirigenti non avevano
responsabilità di gestione dei budget necessari all’acquisto dei nuovi bus, che
in una prima fase sono stati acquistati da Roma Capitale stessa, tutte le
accuse sono decadute.
Ricordiamo che la maggior parte degli autobus incendiati
aveva accumulato oltre mezzo milione di chilometri di utilizzo, con alcuni
anche oltre i 2 milioni di chilometri sulle spalle.
Una sentenza importante, che ribadisce le responsabilità “morali”
che Roma Capitale deve adempiere nei confronti della propria azienda dei
trasporti: senza investimenti il trasporto pubblico è destinato ad andare –
letteralmente – in fumo.
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