Tramvie del passato: 60 anni fa l’ultimo viaggio ai Castelli Romani

La prima rete tramviaria interurbana soppressa a Roma fu proprio quella per i Castelli. 60 anni dall’ultimo viaggio per Genzano.

Tramvie del passato: 60 anni fa l’ultimo viaggio ai Castelli Romani

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Il 3 gennaio 1965 partiva, a mezzanotte, l’ultima corsa extraurbana della tramvia dei Castelli Romani, da Roma fino a Genzano.

Sebbene all’inizio degli anni ’50 la rete dei Castelli avesse ripreso quasi integralmente il servizio, al netto della diramazione per Lanuvio definitivamente soppiantata da bus, la motorizzazione di massa ben presto avrebbe mangiato i binari di una delle reti interurbane più apprezzate della Capitale.

I primi furono i sindaci dei comuni di Velletri, Frascati e Albano, secondo cui i tram intralciavano la libera circolazione del traffico privato. Un sentimento che ben presto contagiò tutti gli amministratori locali, soprattutto quelli serviti dalle linee delle Ferrovie dello Stato, più performanti e separate dal resto della sede stradale.

Il 4 agosto 1954 avvennero i primi tagli sostanziali, con la sospensione delle tratte Genzano-Velletri e Grottaferrata-Frascati. Chiuse anche metà della linea intercastellare, l’asse che congiungeva l’asse Tuscolano da Grottaferrata all’asse Appio in località Albano, con l’interruzione della tratta Albano-Castel Gandolfo-Marino.

Ad aggravare la situazione, il 5 gennaio 1956, fu un grave incidente a Marino con uno svio di un tram alla curva di via Fratta. L'incidente provocò 2 morti e 17 feriti, contribuendo alla narrazione distorta dell’insicuro “vecchio e sferragliante” tram.

Nel 1958, con l’approvazione del progetto della linea A della metropolitana, si decise la progressiva completa eliminazione della tramvia dei Castelli, sia per i restanti tronchi extraurbani, sia per la tratta urbana che sarebbe stata in totale sovrapposizione alla metropolitana da San Giovanni a Cinecittà.

Il 5 dicembre 1962 terminò l'esercizio tramviario sulla restante tratta della linea intercastellare, bivio Squarciarelli-Marino e sulla intera linea da Cinecittà a Valle Vergine. Un mese dopo, in conseguenza della soppressione della tramvia, la funicolare di Rocca di Papa cessò definitivamente il servizio.

L'ultima porzione della rete extraurbana, la Capannelle-Genzano, rimase in esercizio per altri tre anni circa. Nel gennaio del 1964 il crollo del viadotto della Catena, subito dopo Ariccia, tagliò la linea, imponendo la limitazione del servizio a Galloro. La stampa dell'epoca, nel riferire dell'evento, già annunciava per definitiva chiusura della tramvia almeno nel tratto successivo al viadotto crollato: il tram, tuttavia, ebbe una breve rivincita. Il binario fu infatti ricostruito dagli operai della STEFER, con i tram che tornarono a Genzano dal 14 ottobre.

Si tratterà di un miracolo della durata di soli tre mesi, visto che il 3 gennaio 1965, a mezzanotte, l'ultima corsa in partenza da Roma per Genzano concluse il ciclo del tram dei Castelli.

Successivamente il servizio urbano Termini-Cinecittà e la relativa diramazione per l’ippodromo delle Capannelle continueranno per altri 15 anni ad accompagnare i cittadini romani, anche a causa dell’esasperante lentezza dei lavori della metropolitana. La Termini-Capannelle chiuse l’esercizio il 30 giugno 1978, mentre il 15 febbraio 1980 scoccò l’ultima ora per la Termini-Cinecittà che il giorno dopo fu sostituita dalla nuova metropolitana.

L’addio alla tramvia, tuttavia, non ha segnato un miglioramento per la vita dei romani e dei pendolari locali e regionali, anzi. A 60 anni di distanza l’Appia e la Tuscolana, la cui sede tramviaria è stata trasformata in un parcheggio a cielo aperto sono tra le vie più invivibili della nostra Capitale: nonostante la presenza della metropolitana, per strada ogni giorno un mare di lamiere entra ed esce dalla nostra città, a tangibile testimonianza che il vituperato tram sarebbe stato ancora enormemente utile.

Medesimo discorso vale per le tratte extraurbane, oggi sostituite dai bus del Cotral. A tal proposito, dopo più di mezzo secolo tra mille difficoltà e vagiti, forse rivedrà luce la funicolare di Rocca di Papa: peccato che ad aspettare i viaggiatori non ci sarà più il tram.

Ringraziamo per questo approfondimento tramroma.eu, mirabile opera dell’ing. Vittorio Formigari il cui impegno prosegue ancora oggi nella persona di Mauro Di Pietrantonio, senza i quali questo approfondimento non sarebbe stato possibile.

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