“Tram sì – tram no” non è ideologia, ma uno scontro tra due
visioni incompatibili di città.
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In un interessante articolo, Metrovia – L’idea che muove Roma
ha invitato a riflettere sugli scontri in corso rispetto alla realizzazione delle nuove tramvie in città.
Agli occhi attenti dei lettori di questo blog e delle altre
pagine di mobilità non saranno sfuggite le lungaggini che stanno affliggendo la
Termini-Vaticano-Aurelio, di cui non si dispone ancora del progetto definitivo completo ad un anno dall’aggiudicazione della gara, oppure ancora dei cantieri della Togliatti,
rimasti sostanzialmente fermi per mesi al taglio del nastro, così come del veto dell’università
di Tor Vergata alla tramvia Termini-Tor Vergata.
Nella sua trattazione, Metrovia pone l’accento su come i
confronti di natura tecnica siano stati esacerbati in un assurdo scontro tra
pezzi di città tornano ciclicamente a criticare il tram e la presunta “lobby
tranviaria”, accusata di difendere un mezzo obsoleto e inadeguato. Il rischio è
che la disputa venga viziata al punto tale da avere gli “antitram ideologici”
contrapposti ai “romantici del tram”.
Ringraziando Metrovia per lo spunto, non saremo certamente noi a negare che lo scontro di fazioni c’è e negli ultimi tempi è stato veramente esacerbato ed esasperante. Per questa ragione abbiamo dovuto attivare una petizione per la Termini-Tor Vergata e una mobilitazione via e-mail.
Tuttavia, ed è questo il punto di vista che sentiamo
mancante nell’articolo di Metrovia, è bene rammentare che questi progetti vengono
da un recente passato di 7 anni di discussioni: a tanto risale la prima
deliberazione del PUMS di Roma.
In questi anni ci sono state ampissimi approfondimenti tecnici
e negoziazioni che hanno condotto ai tanti compromessi rappresentati dai
progetti odierni delle tramvie: tornando sulla Termini-Tor Vergata, è evidentissimo
il cambio di tracciato all’interno della borgata di Torrenova, così come il
passaggio dentro l’Università traslato più volte da viale della Sorbona a via
Cambridge.
Situazioni di compromesso necessarie nel consesso dei processi
democratici del nostro Paese, ma che alla fine dei conti non sono mai
abbastanza: è così che il potere stabilito a Roma, che è tutto fuorché una "lobby
filo-tramviaria", ristabilisce i propri veti su linee tramviarie attese da
decenni.
Da qui è inevitabile uno scontro, che non è meramente
ideologico, ma che vede contrapposte due visioni inconciliabili di città:
quella delle Persone e del Trasporto Pubblico contro quella delle Automobili.
A noi per primi il Cuore dice che sarebbe ottimale avere una
via Nazionale solamente pedonale, così come la piazza di Porta Maggiore, ma la Ragione
impone una visione realista di Roma per quello che è: una città di compromessi,
spesso a ribasso per la mobilità pubblica, ma che sta cercando di rialzare la
testa con le prime 4 nuove tramvie.
A Metrovia, che sostiene le nostre stesse battaglie, sentiamo
di consigliare in tal senso una visione meno “rigida” su determinati progetti e
di maggiore compromesso: la nuova mobilità di Roma non sarà costruita in un
solo giorno.
Rispetto al passato, per il quale ci addoloriamo di essere stati troppo zelanti e inclini allo scontro, abbiamo fiducia che potremo reciprocamente evolvere ulteriormente verso una visione comune della mobilità.
Non meritano neanche menzione, invece, altri comitati civici che a causa della nostra visione diversa della mobilità non hanno esitato a bollarci come "paladini ideologizzati" e "utili idioti" asserviti a decisori politici miopi. A loro consigliamo di moderare un Ego fin troppo tracotante, forse da commisurare rispetto al reale seguito avuto presso i cittadini.
Noi non rappresentiamo nessuno se non le nostre idee nella pubblica piazza del web, sono i poi i cittadini a scegliere in libertà chi seguire e quali posizioni appoggiare. È la democrazia.
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