Metrotramvia G: un progetto imperfetto e l’incognita EXPO 2030

Gli elaborati consultabili sul progetto della nuova Metrotramvia G, che dovrà collegare la stazione Termini con l’area di Tor Vergata percorrendo la via Casilina, mettono in luce molte criticità aggravate anche da un’ulteriore incognita: EXPO 2030.

Metrotramvia G: un progetto imperfetto e l’incognita EXPO 2030

Dopo la pubblicazione del bando di gara per la progettazione definitiva di tre nuove tramvie, compresa la Termini-Giardinetti-Tor Vergata, abbiamo deciso di condurre un’analisi approfondita della documentazione tecnica pubblicata. L’ultima versione consultabile del progetto è datata marzo 2022.

Ciò che emerge - almeno dal nostro punto di vista - non è rassicurante: si rischia di realizzare un’opera che non sarà efficiente né tantomeno molto attrattiva per l’utenza, come era invece il progetto originario del 2018.

 

L’OPERA IN PILLOLE

La Metrotramvia G è una linea già finanziata con 213,8 milioni di euro ai sensi del DM 235/2020 che prevede la riconversione della ferrovia esistente Laziali-Giardinetti (ad oggi limitata a Centocelle) in tramvia e la realizzazione di due prolungamenti: Laziali-Termini e Giardinetti-Tor Vergata.

Il primo allungamento è strategico per un miglior interscambio con le metropolitane, la rete di superficie e la stazione ferroviaria di Roma Termini; il secondo è necessario per garantire un collegamento su ferro all’Università e al Policlinico di Tor Vergata.

L’infrastruttura diventerà totalmente interoperabile con la rete tramviaria romana esistente e futura, grazie alla modifica dello scartamento e della potenza di alimentazione della rete aerea della ferrovia esistente.

 

CRITICITÀ: VIA GIOLITTI E PORTA MAGGIORE

Consultando gli elaborati, il progetto è stato modificato in maniera sostanziale nell’area dell’Esquilino, dove si prevede l’esercizio a binario singolo su via Giolitti, che sarà percorsa esclusivamente dai tram in direzione Termini. Per tornare indietro verrà effettuato un “loop” su via Gioberti, sfruttando al ritorno i binari esistenti su via Napoleone III-via Principe Eugenio-via di Porta Maggiore. Nel nodo di Porta Maggiore, inoltre, non sono previste connessioni con la rete tramviaria esistente.


via Giolitti e stazione Termini
via Giolitti e stazione Termini

Porta Maggiore
Porta Maggiore


Questa scelta progettuale nasce dal parere della Soprintendenza Speciale di Roma sul progetto, che riportiamo in alcune sue parti salienti:

Il passaggio del treno a pochi centimetri di distanza dal monumento […] determinava sistematiche sollecitazioni dannose alle strutture murarie a causa delle vibrazioni […]. La possibilità di transito della tranvia in via Giolitti, nel tratto in corrispondenza del tempio di Minerva Medica, presuppone la rimozione dei doppi binari attualmente esistenti […] al fine di progettare un tracciato a binario unico, che si collochi il più distante possibile dal monumento […]. Inoltre, se questa soluzione dovesse ritenersi fattibile, si preannuncia che sarà necessario riqualificare l’intera area […].

La Soprintendenza ha quindi suggerito di posizionare, al posto dei binari presenti dal 1916 su via Giolitti, un binario singolo, lasciando però ai progettisti la valutazione della fattibilità di tale alternativa.

Una raccomandazione che, dunque, si sarebbe potuta superare motivando alla Soprintendenza le necessità trasportistiche e di esercizio che impongono l’uso del doppio binario, anche nei pressi del tempio di Minerva Medica, comunque collocabile ad una distanza maggiore dal monumento attraverso la pedonalizzazione di via Giolitti.

L’attuale configurazione che separa i binari di corsa (via Giolitti per Termini, via Napoleone III per Tor Vergata) pone serie criticità sia sulla qualità del servizio (meno capillare), ma anche sull’elasticità di cui la rete ha bisogno: in caso di guasto diventerebbe inevitabile la limitazione del servizio di tutte le linee tramviarie a Porta Maggiore.

Nella precedente configurazione del progetto, invece, attraverso il mantenimento del doppio binario su via Giolitti e le interconnessioni a Porta Maggiore si disponeva di un duplice asse di arrivo per Termini, utilizzabile come “back up” in caso di perturbazioni del servizio.

 

CRITICITÀ: CONNESSIONE TOGLIATTI

Basandoci anche sugli elaborati di progetto della nuova tramvia Togliatti, per la quale sono state trasmesse pochi giorni fa le nostre osservazioni, abbiamo rilevato che attualmente la connessione con la Metrotramvia G è prevista esclusivamente in direzione nord (Termini-Ponte Mammolo) ed è funzionale nel progetto solo all’uscita dei mezzi dai depositi di Centocelle est ed ovest.

Tale problematica, già presente nel precedente progetto, limita inevitabilmente le potenzialità della creazione di servizi Termini-Cinecittà, Tor Vergata-Cinecittà e Tor Vergata-Prenestina-Termini, previsti tra l’altro PUMS della Città Metropolitana di Roma Capitale, recentemente adottato.

 

CRITICITÀ: STAZIONE GIARDINETTI

Con il prolungamento verso Tor Vergata, la stazione di Giardinetti GRA diventerà passante e non più terminale. Il progetto prevede l’abbattimento parziale del corpo di stazione esistente sul lato est per consentire la prosecuzione dei binari verso il quartiere di Torrenova e l’Università di Tor Vergata.

Sulla base delle planimetrie, la nuova conformazione di binari e scambi permetterebbe solamente l’effettuazione di corse limitate provenienti da Termini (ossia Termini-Giardinetti, come l’attuale trenino), quando è invece opportuno che possano essere fatte anche corse limitate Tor Vergata-Giardinetti in caso di guasti. Sarebbe così possibile portare i pendolari almeno alla Metro C.

Non è inoltre riportata, per mero errore materiale, la fermata prevista in corrispondenza della stazione Giardinetti della Metro C.

 

stazione Giardinetti GRA
stazione Giardinetti GRA

CRITICITÀ: PROLUNGAMENTO A TOR VERGATA

La nuova tramvia, dopo aver superato la stazione esistente di Giardinetti GRA, correrà in affiancamento alla via Casilina e successivamente a via Antonio Ingegnoli. Una volta imboccata via Tenuta di Torrenova, svolta su via di Carcaricola per poi prendere via della Sorbona, via Columbia e via Cambridge. Il capolinea terminale sarà localizzato alla fine di via Cambridge, a lato dell’incrocio con viale Pietro Gismondi, nei pressi del Rettorato.

Un tracciato che di fatto non penetra nel quartiere di Torrenova, limitandosi a transitare ai margini, e dunque non favorirà l’accessibilità del servizio. Al contrario, prevedere il transito all’interno del quartiere rappresenta una fondamentale occasione di riqualificazione per le piazze e gli assi viari attraversati, oltre ad intercettare un bacino d’utenza ben maggiore: un polo scolastico e un centro anziani, un centro sportivo e la piscina comunale, la Casa della Salute e, ovviamente, una porzione maggiore dell’abitato.

Infine, nell’area dell’Università degli Studi di Tor Vergata si prevede una sede tramviaria in promiscuo con il traffico privato, nonostante gli ampi spazi a disposizione per realizzare una sede esclusiva.

È necessario, dunque, un completo ripensamento del prolungamento Giardinetti-Tor Vergata, ritornando all’ipotesi iniziale di transito all’interno del quartiere di Torrenova e prevedendo una sede ad esclusivo utilizzo dei tram, anche nell’area universitaria.


via di Carcaricola (Torrenova)
via di Carcaricola (Torrenova)

via Columbia (Tor Vergata)
via Columbia (Tor Vergata)
via Cambridge (Tor Vergata)
via Cambridge (Tor Vergata)

CONCLUSIONI

La Metrotramvia G è l’esempio di un progetto nato dal basso e con lo scopo di “ottimizzare” l’esistente Roma-Giardinetti, che nelle successive fasi progettuali ha perso molte delle qualità originarie. Nell’attuale configurazione delle carte, infatti, si sono rilevate le seguenti problematiche:

  • sovraccarico dell’asse tramviario esistente di via Napoleone III e via Principe Eugenio;
  • minore capillarità del servizio nel quartiere Esquilino;
  • scarsa flessibilità della rete, causata dall’assenza di sufficienti connessioni con la rete esistente;
  • lunghi tratti in promiscuo con il traffico privato;
  • transito al di fuori di alcune aree abitate.

È dunque necessario un “ritorno alle origini” comprendendo le motivazioni per le quali nasceva il progetto e ripensando attentamente ad alcune scelte prese in corso d’opera che rischiano di minarne l’efficacia. Ad aggravare la situazione c’è anche l’incognita EXPO 2030 che pone l’effettiva realizzazione della Metrotramvia G in una situazione di completa incertezza, visto che si sta valutando di realizzare la diramazione della Metro C.

Il rischio concreto è che sull’altare di EXPO si sacrifichi una tramvia “già pronta” per essere realizzata per una metropolitana utile, sì, per l’evento ma sovradimensionata nel lungo periodo: a dirlo sono le stime trasportistiche per lo scenario post-expo.

Ci auguriamo, in sostanza, che la storia della Metrotramvia G non diventi, da esempio di progettazione dal basso, l’ennesima occasione persa per la Capitale.

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1 Commenti

Lulio ha detto…
Per la questione del Tempio di Minerva;

E' possibile spostare i binari dal lato delle case?
E' stato considerato l'utilizzo di materiali diversi in quel tratto?
Chiudiamo la Stazione Termini, a causa delle vibrazioni dei treni Regionali e Nazionali?