La brutta storia delle ferrovie regionali del Lazio

La brutta storia delle ferrovie regionali del Lazio


La “Metromare” è alle porte, o meglio, lo doveva essere dallo scorso 1° gennaio.

Su Roma Lido e Roma Nord fra un po’ arriverà una pioggia di milioni. 500 dovevano essere impegnati entro il 2021, ma erano oltre 900 quando Zingaretti e Mauro Alessandri facevan annunci profetici in onferenza stampa nel cantiere incompiuto della stazione di p.le Flaminio a dicembre 2019.

Imbarazzante il ripetersi di ondate incontrollate della principale malattia della politica, locale e non: la “Annuncite”. 



Di fronte all’immancabile ultimo disservizio, al penultimo treno scomparso, alla terz’ultima, quart’ultima e quint’ultima corsa saltata o alla sest’ultima promessa di mondi migliori svanita nella bruma mattutina, la gran parte dei decisori politici e istituzionali, che han competenze sul disastro pluriennale delle ferrovie regionali Giardinetti, Lido e Nord, rispondendo ad una esigenza profonda di sopravvivenza, non riescono a fare a meno di sparare nuove promesse, date improbabili e prospettive rosee.

Da ultimo l’altro ieri, l’Assessore regionale alla mobilità ha sentito il bisogno di andare al deposito ATAC di Graniti, a toccar con mano lo stato dell’arte delle famose Revisioni generali straordinarie dei treni serie MA200, in uso alla Roma Lido (discorso analogo si potrebbe fare per l’adeguamento di sicurezza e tecnologico promesso sui treni Firema e Alstom in uso alla Roma Nord).

Ripreso davanti ad un singolo e solatio vagone, disaccoppiato, di un MA200, ha sentito il bisogno di dire che: “…è iniziata la revisione generale del primo MA 200 … … dei 6 previsti: rientreranno sulla Roma-lido”. Lì si sarebbe potuto fermare, ma ha voluto annunciare che “…entro due settimane procederemo con la revisione di altri 2 convogli … il 2022 sarà l’anno della svolta per le ferrovie ex concesse…” e zack> attacco di Annuncite.

La revisione dei treni in uso alle due ferrovie è una storia che parte dal 2015, quando l’ATAC di Rettighieri, relazionava le istituzioni su cosa occorresse per mantenere le due ferrovie regionali ad un livello decente (nessuna promessa di Metro E o Metro F), passa per i 180 ed i 154 milioni del Fondo di Sviluppo e Coesione, assegnati dal Governo nel 2016 alla Regione Lazio per le due ferrovie.

A distanza di quasi sette anni, a noi Comitati Pendolari pare un bene che il vertice amministrativo regionale abbia sentito il bisogno di recarsi sul “luogo del delitto”, per verificare il lavoro svolto, o per meglio dire, il lavoro ancora non svolto sui quei treni che occorrono come il pane alle due ferrovie.

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