Coronavirus, protestano i lavoratori Atac: il kit di protezione è una presa in giro

Coronavirus, protestano i lavoratori Atac: il kit di protezione è una presa in giro

Contiene una mascherina e un paio di guanti. "Stiamo rischiando la vita, non si capisce quale dovrebbe essere il momento giusto per proteggersi, ci prendono in giro e di noi non gli interessa nulla", commentano gli autisti indignati


Una mascherina e un paio di guanti. Per i lavoratori Atac il kit distribuito dalla municipalizzata dei trasporti è davvero poca cosa e le proteste iniziano a montare visto che "ne avevano promesse 10", commentano, e che la penuria dei dispositivi di protezione ha il sapore della beffa. 

Autisti ed operatori sono stati infatti raggiunti da una lettera con cui l'azienda comunica che la mascherina va indossata solo in caso di emergenza e che la richiesta di un secondo kit "deve essere necessariamente supportata da una descrizione circostanziata dell'evento che ha determinato l'utilizzo della precedente dotazione".

Una decisione che l'azienda ha motivato ricordando che vige la regola del distanziamento di almeno un metro e che i passeggeri devono salire dalle porte centrali o posteriori. Ma i casi di positività in Atac al momento sono 7 e i lavoratori si sentono presi in giro non solo dai vertici della municipalizzata ma anche dalla sindaca Virginia Raggi "che si vantava in ogni dove riguardo alla distribuzione delle mascherine".

Dopo i rappresentanti dei lavoratori delle farmacie comunali di Farmacap che a più riprese hanno denunciato l'insufficienza dei dispositivi di sicurezza ricevuti, anche i dipendenti del trasporto pubblico sono quindi sul piede di guerra: "Stiamo rischiando la vita, non si capisce quale dovrebbe essere il momento giusto per proteggersi, ci prendono in giro e di noi non gli interessa nulla", commentano gli autisti indignati.

Tanto più che l'azienda dei trasporti ha messo in cassa integrazione 4mila operatori e, per la fase due, pensa di utilizzare i lavoratori per il contingentamento degli ingressi nelle metropolitane e per controllare la distanza di sicurezza sugli autobus. Tutte operazioni a rischio senza i necessari dispositivi di sicurezza.

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