Va bene tutto, purché sia rotaia

Va bene tutto, purché sia rotaia


Lunedì 27 si è tenuta una partecipatissima Commissione Mobilità sulla Roma-Giardinetti, di cui potete leggere i momenti salienti sull’estratto che abbiamo curato in collaborazione con DirettamenteRoma



La principale notizia emersa è che l’Agenzia per la Mobilità, recependo l’imposizione dello scartamento ordinario, sta già lavorando per aggiornare il progetto e intercettare così i 160 milioni che il Ministero dei Trasporti ha già accantonato per l’ammodernamento (ma che plausibilmente aumenteranno in ragione del cambio delle caratteristiche). 

Ci troviamo dunque letteralmente in un intervallo, in attesa che il 30 aprile 2020 venga consegnato al MIT il progetto a scartamento ordinario.


Condividiamo l’idea che sia inutile aggrapparsi alla posizione dello scartamento ridotto, sebbene fosse più che motivata, perché comporterebbe la perdita dei finanziamenti e ulteriori ritardi di diversi anni. 

Ricordando i problemi dell’attraverso del Pigneto e dell’innesto sul nodo congestionato di Porta Maggiore, abbiamo quindi suggerito di riconvertire integralmente il tracciato a scartamento ordinario salvando i binari al Ponte Casilino e su via Giolitti: tale operazione consentirebbe di soddisfare la richiesta del Ministero, salvando la velocità e la capacità di trasporto della futura tramvia.

La proposta è stata accolta dalla Commissione e dall’Agenzia, che la sta già valutando tra i diversi scenari possibili.

Siamo consapevoli che questa è la prima, unica ed ultima occasione per salvare il “trenino giallo”, perciò, pur esprimendo perplessità sulla posizione presa dal Ministero, abbiamo voluto proporre un’idea progettuale che potrebbe salvare “capra e cavoli”: la palla passa ora all’Amministrazione alla quale abbiamo voluto dare rinnovata fiducia.

Continuiamo a guardare al futuro, sperando sempre possa essere migliore.

Da Sferragliamenti dalla Casilina








Iscriviti alla newsletter! Se desideri rimanere aggiornato, inserisci il tuo indirizzo email.

* indicates required
Email Format


Posta un commento

3 Commenti

Anonimo ha detto…
Beh insomma, va bene tutto fino ad un certo punto. La trasformazione a scartamento normale complica enormemente tutto quanto, costa di più, richiede tempi più lunghi, obbligherà a dismettere totalmente l'attuale parco treni (passi per gli obsoleti treni bloccati, ma i FIREMA T81 e T66 si potevano tenere) e c'è il rischio che si smantelli l'esistente e basta. Io ho forti perplessità su questa scelta. Invito anche a leggere queste considerazioni:

http://www.tramroma.com/att_roma/att_2020_1.htm#2801
Anonimo ha detto…
Qui a Roma è tipico agire così, da parte della politica. Invece di fare, con minor spesa, opere sensate e razionali, si punta sempre all'opera più faraonica possibile, richiedenti costi elevati e tempi lunghissimi, e il tutto si conclude puntualmente senza nulla di fatto, oppure facendo linee su tracciati sbagliati. Pure in questo caso sono convinto che, agendo così, in realtà si vedrà lo smantellamento di ciò che c'è attualmente, magari l'inizio dei lavori per modificare il tutto...che non verranno mai portati a termine. Spero di sbagliarmi, ma...
Anonimo ha detto…
Purtroppo da noi in Italia lo scartamento ridotto è spesso stato visto come una sorta di "ferrovia dei poveri", ed è una mentalità non ancora sparita, nonostante le recenti realizzazioni, ad esempio, in Sardegna. Comunque concordo col comunicato del Cesmot:

http://www.ferrovie.it/portale/articoli/9128