Atac, sempre più bus con solo due porte: sono davvero funzionali?

Atac, sempre più bus con solo due porte: sono davvero funzionali?


Chi si muove nella Capitale con i mezzi pubblici non potrà non aver notato un particolare emerso negli ultimi temi. Un particolare che rappresenta una goccia nell’oceano dei problemi del trasporto pubblico di Roma ma che marginale non è e incide sulla funzionalità dei mezzi di superficie


Come spiegano i blogger di Odissea Quotidiana – punto di riflessione ‘dal basso’ di utenti e appassionati che mettono a disposizione il proprio tempo per parlare di trasporti romani – negli ultimi mesi nei depositi Atac è arrivata una nuova categoria di autobus: quelli di 12 metri a due porte.



“Questo tipo di autobus, che una volta venivano classificati come suburbani, oggi classe I, come gli urbani, a Roma vanno bene soltanto per linee a bassa domanda di trasporto, mentre per le altre le vetture debbono avere almeno 3 porte, anche perché è inutile illudersi che si salga solo davanti e l’autista possa, qui, fare da controllore” – spiega OQ – “questo sistema si può adottare in città con un livello di civiltà fondamentalmente elevato, dove esiste nel cittadino comune il senso del rispetto delle regole, Londra, ad esempio, ma non qui a Roma, dove il rispetto e l’osservanza delle leggi e dei regolamenti è, ad oggi, bassissimo”.

Dunque il modello Cotral applicato in Atac – quantomeno sul fronte delle vetture – non sarebbe la soluzione giusta.

Che fare quindi?

Puntare su categorie diverse, conclude OQ, come gli autosnodabili da 18 metri: attualmente pochi di numero e in grado di soddisfare una domanda media alta su linee non “tramviarizzabili”.

Da Radio Colonna






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3 Commenti

Anonimo ha detto…
Allora, il discorso è questo: ciascun mezzo di trasporto deve essere progettato, costruito e utilizzato a seconda del tipo di servizio. Ora, a Roma l'autobus, a causa della carenza cronica di linee su rotaia (necessarie sugli itinerari cosiddetti "di forza", ossia ad alta domanda di trasporto) è costretto a fare compiti per i quali non sarebbe adatto: di conseguenza, è frequente il suo utilizzo anche su itinerari, appunto, ad alta domanda. Ne consegue che, stante anche la presenza di fermate frequenti, un autobus urbano dovrebbe avere un gran numero di porte, onde velocizzare al massimo i tempi di salita e discesa dei viaggiatori. Un autobus a sole due porte può, al limite, essere utilizzato su linee a bassa domanda di trasporto, ma per quelle più affollate ci vogliono almeno tre porte. Ai tempi degli INBUS, degli Effeuno e dei Turbocity (quindi anni ottanta e novanta) la presenza di ben quattro porte su questi mezzi (i primi furono i FIAT 421 AL del 1974) facilitava enormemente la salita e la discesa, riducendone i tempi di sosta alle fermate. E ridurre i tempi di sosta significa una velocità commerciale più elevata, uno sfruttamento migliore del veicolo e, in definitiva, una migliore economia di esercizio. Oggi si assiste a questi autobus moderni ma con poche porte che, alle fermate, perdono troppo tempo (ovviamente parlo degli autobus "lunghi", ossia da 12 metri a due assi e carrozzeria rigida, ma lo stesso discorso vale per gli autosnodati da 18 metri).
Anonimo ha detto…
La sindaca voleva fortemente bus a due porte per fare "tipo Londra", ossia con salita solo davanti e l'autista che controlla i titoli di viaggio. L'idea non sarebbe affatto sbagliata, ma a Roma sarebbe comunque di difficile attuazione, per vari motivi (perenne sovraffollamento degli autobus, aumento dei tempi di sosta alle fermate, ecc.), non ultima una forte riluttanza dei conducenti a fare anche da controllori in questo modo. E, francamente, nell'essere riluttanti non mi sento nemmeno di dar loro torto, oggi come oggi, visto l'elevato grado di inciviltà e la carenza di senso civico che affligge oggi una buona parte della popolazione romana. La COTRAL Lazio sta provando ad adottare questo sistema sulle sue autolinee, ma anch'essa (e l'ho notato in occasione di alcuni viaggi che mi capita talvolta di fare sui loro autobus) la vedo applicare tale norma in modo piuttosto generico e blando, come se anche i suoi conducenti fossero, all'atto pratico, un po' restii a farlo. Del resto, per troppi anni sono state date, qui a Roma, cattive abitudini ai viaggiatori sotto questo aspetto, e levarle diventa comunque piuttosto difficile.
Anonimo ha detto…
Che poi, in realtà, non sono nemmeno due porte, ma una e mezza, visto che una metà della porta anteriore è riservata al conducente; quindi è ancora peggio. Ricorda quasi la porta anteriore a due sole ante dei Lancia Esagamma 718 carrozzati Pistoiesi e Portesi prima serie, ma almeno quegli autobus avevano tre porte; o meglio, due porte e mezza...