La Raggi, la gita e l’azzardo...


Questa breve storiella dovrebbe schiarirvi la mente su alcuni punti fondamentali della gestione amministrativa di Roma in questi ultimissimi anni



ATAC è in profonda crisi, oltre a congelare il debito mostruoso occorrono azioni strutturali o nel giro di pochi anni si tornerĂ  al punto di partenza (o di termine). 

Una di queste azioni è aumentare la produttivitĂ , ad esempio con l’acquisto di nuovi mezzi.

Industria Italiana Autobus è una Ditta sull’orlo del fallimento. Partecipa –non si sa come- ad una gara Consip e si aggiudica 3 lotti su 9. Al Comune di Roma interessano proprio quei 3 lotti. 

L’intenzione è quella di rilanciare IIA al grido di #primaleitaliane (secondo voi l’input da dove è partito?)


Il Comune di Roma ad agosto 2018 lancia quindi un ordine da 227 autobus, ma IIA ha gli stabilimenti di Flumeri (Avellino) fermi ed il personale in cassa integrazione. Per non perdere la commessa, produce tutti i 227 bus in Turchia.

A fine 2019 il Comune di Roma lancia altri 3 ordini da 97 + 97 + 128 autobus, totale: 322. Nel frattempo gli stabilimenti di Flumeri sono tornati operativi.

L’ex AD aveva dichiarato che per produrre un autobus nei loro stabilimenti occorrevano 2.200 ore di manodopera (anche se quando si riavvia un’attivitĂ  le ore inizialmente sono molte di piĂą). Gli operai a Flumeri sono 265. Considerando una media di 1.600 ore di lavoro ad operaio: 
  • 322 bus x 2.200 ore a bus / (265 operai x 1.600 h anno) = 1,7 anni 
Praticamente se i bus verranno prodotti tutti in Italia, arriveranno nell’arco di quasi 2 anni. I conti non tornano: l’Assessore Calabrese in un post su FB del 19 dicembre parla invece di pochi mesi.


In questo contesto si inserisce la gita della Raggi. Una visita agli stabilimenti dove verranno prodotti gli autobus, densa di significati simbolici.


Innanzitutto porta un segnale forte (che va oltre l’incarico da Sindaca di Roma) ad una Ditta che era in grossa difficoltĂ . Fa poi intendere a tutti che stavolta gli autobus verranno prodotti in Italia e non piĂą in Turchia. Altri messaggi che lancia con questa cerimonia li lascio a voi.

Passiamo ora a considerazioni piĂą pratiche. Il piano industriale consegnato ai Commissari del Concordato prevedeva che ATAC acquistasse 387 autobus ed il Comune di Roma “solo” 300, mentre altri 73 bus li comprava il Comune con fondi della Regione.

ATAC a causa del fallimento di quasi tutti gli obiettivi, e dell’assunzione a titolo oneroso (e non gratuito, come era invece previsto) dei bus acquistati dal Comune, potrĂ  acquisire solo 100 bus ibridi nel 2020, a cui si aggiungono 60 minibus elettrici in 3 anni dal 2019.

Il Comune quindi corre in soccorso ed acquisisce quasi 200 bus in piĂą del previsto (con i soldi nostri ovviamente).


In totale quindi il Comune acquisterĂ  da IIA ben 549 autobus, ad un prezzo tra l’altro decisamente piĂą alto di quello di mercato. Visto che paghiamo sempre tutto noi, potevano almeno pensarci 3 anni fa?


Fonte Il Fatto Quotidiano


Di Mercurio Viaggiatore uno che mal sopporta la falsa manipolazione dei dati, per cui li analizza e li presenta in modo semplice e chiaro, spesso mostrando che il re è nudo. Per informazioni o segnalazioni mercurio@odisseaquotidiana.com

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1 Commenti

Anonimo ha detto…
Chiariamoci tutti una cosa: se l'ATAC ancora, bene o male, sta in piedi e non è fallita è unicamente per forti decisioni politiche, perchè tecnicamente lo era sotto tutti gli aspetti. Fallire significava chiudere tutto e mandare tutti a casa, con una grande scritta ai cancelli di via Prenestina 45 indicante: "Chiuso per fallimento". Siccome però il problema principale del trasporto pubblico romano è garantire uno straccio di mobilità alle classi meno abbienti (e relativi voti...), nonchè la salvaguardia dei livelli occupazionali (perchè così è visto e concepito il trasporto pubblico a Roma, parliamoci chiari, non certo come una reale alternativa all'automobile...), hanno fatto di tutto per non farla andare a carte quarantotto, come si usa dire. Mi viene anche in mente quando, molti anni fa, il trasporto locale romano ebbe una grossa crisi economica, cosa disse uno dei pochi politici che qualcosa ci capiva, in una intervista: "La prima forma di miglioramento è la sopravvivenza dell'impresa, quindi taglio drastico dei costi (e l'80 per cento è costo di lavoro, nda) e parallelo aumento dei ricavi (altro che comprare nuovi autobus, nda); da questo momento, salva l'impresa, si può cominciare a migliorare. Ma il miglioramento non avviene subito, ma in almeno tre anni, a condizione di fare, in questo periodo di tempo tempo, investimenti mirati". Questo è quanto.