Ferrovia Roma Nord, la rivolta dei macchinisti contro l'Atac: treni cancellati

Ferrovia Roma Nord, la rivolta dei macchinisti contro l'Atac: treni cancellati


In quattro giorni 79 treni soppressi sulla Roma Nord: protesta dei macchinisti contro un provvedimento di disciplinare Atac. Pendolari all'assalto della Regione




Caos e delirio sulla ferrovia Roma Nord, la Roma-Civita Castellana-Viterbo. 79 treni cancellati in quattro giorni: è la rivolta dei macchinisti contro l'Atac per un provvedimento disciplinare. La protesta dei pendolari si infiamma: pronto l'assalto alla Regione Lazio - Update 7-12: Nessuna rivolta da parte dei macchinisti


Il “tabellino” recita: 33 treni soppressi lunedì 2 dicembre, 8 martedì, 27 mercoledì fino agli 11 di oggi, giovedì 5 dicembre. Il motivo della cancellazione delle corse è nascosto dietro ad un provvedimento disciplinare che l'Atac ha fatto arrivare ai macchinisti della Roma Nord colpevoli di aver fatto viaggiare diversi treni con le porte aperte perché stracolmi di passeggeri. Da qui la rivolta dei macchinisti che hanno bloccato gli straordinari e, di conseguenza, la partenza di buona parte dei treni.

Sulla cancellazione dei treni è intervenuto il Comitato Pendolari FRN definendolo come “l'ennesima vergogna italiana, sulle spalle del pendolare e del contribuente, di cui qualcuno in Regione Lazio e in Atac deve essere responsabile”.

Ecatombe che, dopo la manifestazione che il Comitato ha svolto in piazza del Popolo il 16 novembre, ha trovato l'apice in questa prima settimana di dicembre, una vera settimana di passione. Ecco l'elenco di tutti i treni soppressi negli ultimi quattro giorni:

Lunedì 02/12/2019

Extraurbani soppressi: 709 (intera tratta), 711 (intera tratta), 700 (cancellato tra Piazzale Flaminio e Montebello), 704 (intera tratta). Urbani soppressi: da Piazzale Flaminio 05:55, 07:10, 10:05, 11:35, 12:15, 12:35, 13:50, 19:40, 20:10, 20:40, 21:00, 21:40, 22:00, 22:30; da Montebello 06:25, 07:27, 07:40, 10:35, 12:05, 12:45, 13:05, 14:20, 20:10, 20:40, 21:10, 21:30, 22:10, 22:30, 23:00.

Martedì 03/12/2019

Extraurbani soppressi: 709 (cancellato tra Montebello e Piazzale Flaminio), 700 (cancellato tra Piazzale Flaminio e Montebello). Urbani soppressi: da Piazzale Flaminio 05:55, 06:57, 19:40; da Montebello 06:25, 07:27, 20:10.

Mercoledì 04/12/2019

Extraurbani soppressi: 711 (intera tratta), 709 (cancellato tra Montebello e Piazzale Flaminio), 303 (intera tratta), 304 (intera tratta), 700 (cancellato tra Piazzale Flaminio e Montebello). Urbani soppressi: da Piazzale Flaminio 05:55, 06:50, 10:05, 12:15, 13:50, 15:10, 16:10, 18:20, 20:40, 21:20, 22:30; da Montebello 06:17, 07:20, 10:35, 12:45, 14:20, 15:40, 16:40, 19:00, 21:10, 21:50, 23:00.

Giovedì 05/12/2019

Extraurbani soppressi: 711 (Catalano ore 7.50 - Roma ore 9.39). Urbani soppressi: 4 (Roma 5.35-Montebello 5.57), 3 (Montebello 6.05-Roma 6.27), 8 (Roma 5.55-Montebello 6.17), 7 (Montebello 6.25-Roma 6.47), 20 (Roma 6.57-Montebello 7.19), 19 (Montebello 7.27-Roma 7.49), 24 (Roma 7.20-Montebello 7.42), 23 (Montebello 7.50-Roma 8.12, da Flaminio ore 10.05-11.05, da Montebello ore 10.35-11.35.


La protesta dei pendolari non si ferma: mercoledì 11 dicembre è in programma l'assalto alla Regione Lazio. “Ricordiamo a tutti - scrive il Comitato - che l'11 dicembre alle ore 11 saremo negli uffici e sotto la sede della Regione Lazio ci sarà la manifestazione congiunta dei comitati Roma-Nord e Roma-Lido per chiedere a gran voce il rispetto dei diritti di chi viaggia con le nostre ferrovie. 


Cristo, si è fermato a piazzale Flaminio!
Un servizio pubblico indegno e profumatamente pagato dalla Regione Lazio ad Atac con circa 90 (NOVANTA) milioni di euro. Un vero scandalo sul quale nessuna procura, più volte sollecitata da questo comitato, indaga”.

E come se già non bastasse il caos generato dall'infinità di treni cancellati, spuntano anche problemi per i passeggeri disabili. Giovedì mattina alla stazione Flaminio un signore in sedia a rotelle è rimasto a terra perché non è riuscito a salire su uno dei, pochi, treni in partenza dalla stazione vedendosi così impossibilitato a tornare a casa. 

“Sarebbe bastata una stazione a norma, con treni a norma, con persone dotate di un minimo di 'umanità' per poter permettere a questo utente di usufruire del servizio – conclude il Comitato Pendolari FRN –. E invece è rimasto a terra, in attesa forse di un altro treno e di qualcuno compassionevole che lo prenda di peso per farlo salire”.

Da Affari Italiani




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2 Commenti

Anonimo ha detto…
Treni con le porte aperte? Quindi si presume che siano pure disattivati i blocchi porta, che dovrebbero negare il consenso alla trazione con le porte non perfettamente chiuse. Ma, sui treni della Roma Nord (sia FIREMA E84 ed E84A che Costaferoviaria MRP 236), se le porte sono aperte rimangono aperti anche i gradini (che però sono escludibili tramite un commutatore posto in cabina di guida, il quale normalmente non va certo azionato: si aprirebbero solo le porte ma non i gradini), e non mi risulta che treni con gradini aperti possano circolare: potrebbero urtare contro qualche ostacolo fisso. Quindi la motivazione mi pare strana. Chi ha ragione? Mah, difficile dirlo: certo è che la professionalità di dirigenti e personale di una volta, notevole sulla Roma Nord ai suoi tempi d'oro, oggi con l'attuale gestione è completamente scomparsa. Una volta per fare il macchinista sulla Roma Nord era necessaria una notevole abilità con i treni d'epoca: si doveva essere abili coi treni con i locomotori 01-04 o le elettromotrici 21-26 (le 27-30 erano state ammodernate nel 1960-61), muniti di comando diretto a controller centrale, azionato da un comando che sembrava un timone di nave, per escludere o reincludere il reostato manualmente e passare dalla serie al parallelo e viceversa, nonchè nella frenatura, che non era graduabile in sfrenatura, quindi se frenavi troppo dovevi sfrenare completamente il treno e poi rifrenare: altro che gli odierni rubinetti autoregolatori...Inoltre, c'era un direttore d'esercizio, l'ing. Dellarciprete mi pare si chiamasse, che dai macchinisti della Nord pretendeva la "frenatura ad urto", ossia arrivare all'arresto del treno con i cilindri freno che dovevano avere una certa pressione ben definita: una sua particolare mania. Altri tempi, altro che oggi...
Parlo di questi treni qui:

http://www.tramroma.com/tramroma/rete_ext/srfn/rotabili/srfnrot_02.htm
Anonimo ha detto…
La foto che avete messo, però, cambiatela: riguarda un treno di elettromotrici Trenitalia gruppo ALe 801, 940 e rimorchiate Le 108, materiale oggi dismesso, che mai ha circolato sulla Roma Nord (non ne avrebbero neppure avuto la circolabilità, per motivi soprattutto di raggi di curvatura e peso assiale ammesso...).