Tentata aggressione ad un autista Atac


Il clima è teso e a nessuno pare interessare minimamente, nel pomeriggio si è sfiorata l'ennesima aggressione ad un autista Atac in zona Tor Bella Monaca. Questo il racconto di ciò che è accaduto




Un tizio, che era salito al capolinea, inizialmente ha chiesto quanto mancava alla partenza, dopodiché ha incominciato a mettere pressione all'autista sbuffando in continuazione e sbattendo i piedi in terra per più volte.

Alla fine ha incominciato a invitare l'autista a partire - mancavano ancora 3 minuti - ne è nata una discussione che è sfociata in insulti, minacce e offese. 

Questo tizio ha incominciato a prendere a capocciate il vetro della cabina blindata e a calci il vetro dell'anta che sarebbe che lo divideva dall'autista. 

Quando ci ha invitati a scendere l'autista, questo ha incominciato a sfotterlo e ad aizzarci contro di lui. 

L'autista ha chiamato il 112 e nel mentre che stava dando l'indirizzo e i suoi dati, questo è andato via minacciandolo che gliela avrebbe fatta pagare la prossima volta che lo avrebbe incontrato fuori dalla vettura.













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2 Commenti

Anonimo ha detto…
Vorrei sapere cosa aspettano, in zone "calde" come quella di questo fatto, a mandare sui bus agenti di polizia. Ah, ma possiamo stare tranquilli: chi ci governa "prenderà provvedimenti" (a chiacchiere, è ovvio). Vallo a fare a Londra un'azione del genere: te ne fanno pentire finchè campi.
Anonimo ha detto…
Questo aneddoto prova come le cabine di guida "blindate" sui bus, per quanto certamente utili, non risolvono certi problemi alla radice. Per combattere duramente questi fenomeni, occorrerebbe creare un apparato di sicurezza che, per tempestività di intervento, durezza e certezza della pena, faccia chiaramente capire che certi fenomeni come questo delle aggressioni non sono più tollerati. Se il responsabile di quell'azione selvaggia venisse preso e immediatamente condannato (ad esempio) al carcere duro (ma duro di brutto) o (meglio ancora) ai lavori forzati a vita, vedi come gli passerebbe la voglia di rifarlo. Chiaramente, se (come spesso succede da noi) il balordo in oggetto viene preso e, il giorno dopo, già rilasciato, lo andrà quasi certamente a rifare. Ma questo è un problema molto a monte, perchè è ormai fin troppo evidente che non vi è alcuna volontà politica di combattere e reprimere, realmente e con durezza, questi fenomeni. E a farne le spese, tanto, non sono i nostri politici (che girano con le loro scorte, mica prendono i mezzi pubblici, come i loro colleghi d'oltralpe) ma utenti e personale, costretti a subire queste forme di violenza da parte di quattro coattoni alla brace che, in un qualsiasi altro paese più serio del nostro, sarebbero già da tempo stati chiusi in gabbia.