L’edizione romana de La Repubblica apre la sua edizione odierna titolando: “Assenteisti il pugno duro di Atac”. La app sul cellulare e un nuovo badge come sensore da utilizzare nella cabina di guida. Più di 450 i lavoratori messi sotto controllo. Macchinisti in rivolta: “Non siamo ad Amazon”
Nella lista di acquisti che la partecipata di via Prenestina sta per chiudere per contrastare una volta di più la piaga dell’assenteismo – scrive Lorenzo D’Albergo – non ci sono solo i nuovi tornelli per la sede centrale, la mensa aziendale e le rimesse.
Nel carrello — valore complessivo 800 mila euro — ci sono anche una «app da installare su smartphone» e «badge con tecnologia Rfid (identificazione a radiofrequenza, leggibile anche da remoto, ndr ) che andranno alloggiati a bordo treno da utilizzare come tag per la rilevazione della presenza del macchinista».
Insomma, tutto il necessario per la timbratura a bordo treno. Una misura richiesta dagli stessi conducenti, per evitare inutili attese all’inizio e a fine turno, epoi fatta propria e rimodulata da Atac.
“Il problema — spiegano i macchinisti che hanno consultato le carte della partecipata del Campidoglio — sono gli strumenti che l’azienda ha intenzione di utilizzare.
Tra telefonino e il nuovo badge Rfid, ogni nostro spostamento sarebbe tracciabile. Persino quando andiamo in bagno”.
In astratto, materia a cui ha riservato più di un approfondimento il Garante per la privacy, i dipendenti con app e tesserino possono essere geolocalizzati in qualsiasi istante.
“È chiaro, lo sappiamo… non siamo ai livelli della storia dei braccialetti usati da Amazon per controllare i suoi impiegati. Per fortuna non ancora.
Di sicuro non vogliamo arrivare a quel punto», concludono i macchinisti.
Da Lavoro Lazio
2 Commenti