Metro A chiusa, fermate e bus pieni: è ressa nella tratta Termini-Anagnina


Caos al primo lunedì di stop (parziale) della linea, con il servizio di navette sostitutive preso d’assalto. Il sovraffollamento si registra per lo più dalle periferie verso il centro. Proteste sui mezzi e in Rete per i disagi e la mancanza di informazione



Caos al primo lunedì di stop della metro A, chiusa per lavori sull’infrastruttura. Ressa alle fermate e assalto ai bus sostitutivi, sovraffollati, sui quali si riesce a salire a fatica, salvo ricorrere al placcaggio. Alla palina Appia/San Giovanni romani e turisti sgomitano per non rimanere a terra: chi con il trolley, chi con la ventiquattrore, affollano le navette che, fino al 13 agosto, copriranno la tratta della metro Termini-Anagnina. Alle 7.18 il mezzo diretto a piazza dei Cinquecento, primo snodo di scambio con la metropolitana, è strapieno. 

Fuori la temperatura è ancora sopportabile ma a bordo la calca, oltre allo spazio fisico, comprime anche l’ossigeno. «Quantomeno l’aria condizionata», sbotta una signora che boccheggia in preda al nervosismo. L’autista raccoglie lo sfogo: «Proviamo». «E che diamine, con questo caldo c’è pure bisogno di chiederlo?». 

Peccato che dell’impianto si percepisca soltanto il rumore, non un refolo d’aria fresca, mentre la vettura risale viale Manzoni per sbarcare i passeggeri davanti alla stazione alle 7.33.

Al capolinea il personale dell’Atac indirizza gli autisti, ma non si intravedono addetti alla customer care, nonostante la municipalizzata assicuri di averli schierati a supporto della clientela. Alle 7.35 riprendiamo la navetta MA3 nel senso opposto, verso Anagnina, e incappiamo in uno dei nuovi bus con il dispositivo di climatizzazione funzionante e l’audio registrato che annuncia le fermate. 

La macchinetta per obliterare i biglietti, però, è fuori uso. Prima di scendere a Ponte Lungo Angelo Levante, 69 anni, pensionato, ammette: «Non è certo una passeggiata di salute, ma considerato il periodo spero che i disagi siano limitati». All’arrivo alle 8.20, 45 minuti dopo, nel piazzale di Anagnina si ripete la stessa scena: nessuna indicazione sul servizio alternativo, se non fosse per il passaparola tra chi si è informato prima di mettersi in viaggio. 

A metà percorso si è già superata la capienza massima, mentre sui social si discute sulla scelta di utilizzare i modelli di ultima generazione prodotti in Turchia.

Sotto accusa l’apertura ridotta a una porta e mezza (la cabina blindata dell’autista occupa parecchio spazio) e il corridoio troppo stretto che non giova certo in condizioni di sovraffollamento. «Sono omologati per un certo numero di persone -ribadiscono i sindacati - dunque poco adatti come bus navetta. Con i lavori, certo, le difficoltà non mancano. 

Malgrado il parco mezzi ridotto, molte vetture sono state spostate dal servizio ordinario, circa 300 turni al giorno, e l’azienda ha pretesto che viaggiassero “a tamburello”, con la stessa frequenza della metro». Difficile, tuttavia, rispettare gli standard, come osserva Natalia, colf 35enne originaria della Moldavia: «Un bus non può sostituire i vagoni della metro... Fa tutte le fermate, sosta ai semafori... Arriverò al lavoro con almeno un’ora di ritardo, ma non potevo anticipare la partenza, prima devo lasciare il bambino al centro estivo, purtroppo non ho alternative». 

Tiziana, 49 anni, infermiera al Policlinico, da Vermicino ha dovuto prendere l’auto per raggiungere Anagnina: «Il treno da Tor Vergata è stato soppresso. Dovrei timbrare il cartellino alle 7, ma ho un fratello disabile e il pulmino non arriva prima delle 7.30. La mattina posso sforare di un’ora grazie alla 104, ma al rientro so già che farò tardi e dovrò ricorrere a una struttura di assistenza a pagamento».

La protesta rimbalza in diretta sui social. «Scene di ordinaria vergogna, tempi triplicati e poco altro da aggiungere», twitta Francesco. «Grande servizio sostitutivo. Sono 20 minuti che a San Giovanni aspetto un autobus dove ci sia spazio fisico per entrare. Grandi, tanto ad agosto tutti in ferie, no?», si infuria Trasognata. 

La versione di via Prenestina non sembra tenerne conto: «Sono state istituite 92 navette, 80 sulla MA3 (Anagnina-Termini) e 12 sulla MA9 (San Giovanni-Termini). Il programma di esercizio è stato rispettato e non si sono riscontrati particolari problemi di traffico né per l’attesa alle fermate».

Da Corriere della Sera




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1 Commenti

Anonimo ha detto…
Purtroppo questi lavori ormai andavano per forza eseguiti, ed è chiaro che agosto è il mese ideale. Però va anche considerato che Roma non si svuota più come accadeva una volta. Bisogna avere pazienza...