Atac ammette: i bus di Roma sono i più vecchi d’Europa, guasti e incendi inevitabili

Atac ammette: i bus di Roma sono i più vecchi d’Europa, guasti e incendi inevitabili


Un caro saluto a tutti i complottisti: Il responsabile delle manutenzioni Atac: Abbiamo abbattuto del 60 per cento il numero degli incendi, ma questo non significa che domani o dopo domani non possa avvenire un nuovo incendio



Secondo i dati di Atac, sette autobus su dieci, esattamente il 68 per cento della flotta, hanno oltre dodici anni di età. Sono i mezzi pubblici più vecchi d’Europa. 

Il responsabile delle manutenzioni: Abbiamo abbattuto del 60 per cento il numero degli incendi, ma questo non significa che domani o dopo domani non possa avvenire un nuovo incendio

Sette autobus su dieci, esattamente il 68 per cento della flotta, hanno oltre dodici anni di età. Sono i mezzi pubblici più vecchi d'Europa: nessuna Capitale, infatti, ha un parco bus così anziano. Ad ammetterlo è il responsabile manutenzioni di Atac, Federico Mannini, nel corso della seduta odierna della commissione Mobilità. 

"I guasti quest'anno sono schizzati veramente alle stelle. E' chiaro che noi stiamo cercando di fare di tutto per rientrare di questa problematica. Nelle ultime settimane abbiamo aggiunto 50-60 unità al giorno. 

Non siamo soddisfatti ma procediamo, grazie a più personale nei depositi, per riparare l'aria condizionata delle vetture. Finalmente se ne riparano più di quelle che si guastano", ha spiegato il responsabile.

Un dato positivo, secondo Atac, è che gli incendi sui bus stanno diminuendo sensibilmente: "Il problema degli incendi dei bus non è solo a Roma, ma in tutta Italia. 

E' figlio dell'autobus. Posso accennare che i problemi sono anche omologativi, altra causa è ovviamente la vetustà del parco. 

Il dato annuale è sicuramente migliore di quello dei due anni precedenti. 

Abbiamo abbattuto del 60 per cento il numero degli incendi, ma questo non significa che domani o dopo domani non possa avvenire un nuovo incendio", spiega ancora Mannini. 

Intanto, dopo il ritorno in patria, senza averli utilizzati neanche per un chilometro, dei bus israeliani presi a noleggio, la sindaca Raggi ha annunciato l'imminente arrivo di altri duecento nuovi autobus. 

In un'intervista rilasciata a Fanpage.it, l'assessora ai Trasporti, Linda Meleo, aveva annunciato l'arrivo entro giugno di 227 nuovi bus. Per il momento ancora non sono arrivati.

Da Fanpage




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7 Commenti

Anonimo ha detto…
Pure balle. In alcune città italiane giravano ancora Turbocity ed Effeuno fino a pochissimo tempo fa, ben più anziani dei CityClass Cursor in servizio a Roma. Inoltre, a fuoco mi pare vadano anche veicoli moderni come Citelis ed Urbanway. Il vero problema è la carenza manutentiva, ma nessuno lo vuole ammettere.


Anonimo ha detto…
Tra l'altro, gli Effeuno e i Turbocity, che erano autobus fatti bene, quasi mai avevano problemi di incendi. Diciamo pure che i veicoli moderni, sotto certi aspetti, valgono poco rispetto ai loro predecessori. Ma qui a Roma è ormai abitudine date la colpa all'età del parco mezzi, che in realtà c'entra poco, se non si fa una manutenzione regolare ed accurata.
Anonimo ha detto…
Da un testo scritto da un ingegnere delle allora Ferrovie dello Stato circa i rotabili ferroviari, in un punto si legge che: "Le unità obsolete vengono sostituite per avere prestazioni più elevate, e quindi più consone alle moderne esigenze dell'esercizio, ma offrono sempre un'ampia affidabilità, grazie all'effettuazione periodica della manutenzione e delle revisioni cicliche". Per gli autobus il discorso di base non è poi molto diverso, anche se la durata rispetto ad un veicolo ferroviario è minore. Capito l'antifona, signora ATAC?! Penso di essermi spiegato abbastanza.
Anonimo ha detto…
A parer mio, a parte le soliti sterile chiacchiere "ataccare", l'andare facilmente a fuoco degli attuali bus si potrebbe spiegare, forse, nei seguenti motivi:
1) Scarsa manutenzione (ma questo già si sa);
2) Errato dimensionamento degli impianti e della componentistica in generale, che a livello progettuale e/o costruttivo potrebbe essere sottodimensionata rispetto alle reali esigenze di un veicolo attuale, pur rispettando le attuali norme di legge. Infatti, a titolo di esempio, gli autobus del passato, come i Lancia Esagamma 718, pur avendo motori di derivazione nautica ed avendo un impianto di raffreddamento un po' sottodimensionato, comunque non andavano a fuoco; magari, in estate, surriscaldava l'acqua di raffreddamento.
3) Atti dolosi, ma su questo non punto il dito contro nessuno, ci mancherebbe.
Anonimo ha detto…
Mentre qui a Roma si scarica unicamente la colpa sui mezzi obsoleti, guardate cosa si fa in città italiane dove ci sono ferrovie gestite da società con un minimo di razionalità aziendale, e non ostaggio di politica e sindacati come qui a Roma:

http://www.ferrovie.it/portale/articoli/8617

Come vedete dall'articolo in oggetto, qui i "vecchi treni" si tengono e si risistemano revampizzandoli, nonchè si sfrutta anche il lato turistico delle zone risistemando ed utilizzando antichi treni rievocativi. Cosa che l'ATAC non è assolutamente in grado di fare, ad esempio, con la ferrovia Roma Nord.
Anonimo ha detto…
A proposito sempre di età del parco autobus, fccio notare quanto segue, a conferma di quanto detto dei precedenti commenti. IL GTT di Torino (azienda seria ed efficiente, avanti anni luce rispetto all'ATAC romana) mette a disposizione di studiosi ed appassionati um interessante e ben fatto elenco di schede tecniche del proprio parco bus e tram (l'ATAC a far questo non ci pensa minimamente; ne rifiuta il concetto, persino), a questo link:

http://www.gtt.to.it/cms/gtt/presentazione-del-gruppo#veicoli

Da tale elenco, aggiornato a dicembre 2017, risultano in servizio ancora un certo numero di autobus IVECO Turbocity UR (serie aziendale GTT 2169-2268, scheda GTT UL01), risalenti come costruzione al 1994. Ora, a parte che l'ATAC non ha mai avuto i Turbocity UR ma iTurbocity U ed U-Green (serie ATAC 3400-3565 e 2650-2683 i De Simon, tutti costruiti nel 1990-93), faccio notare che gli stessi sono stati, a Roma, già radiati da circa dieci anni. E l'ATAC sostiene di avere il parco veicoli più vecchio d'Europa?! Ma sa cosa dice, o apre bocca e le dà fiato?!
Anonimo ha detto…
Sul discorso manutenzione, vorrei qui fare un po' di precisazioni, a costo di essere un po' prolisso. Prima di tutto, bisogna partire da un concetto di base: gli autobus, come qualunque altro mezzo di trasporto (tram, treni, ecc.) sono sosttoposti, durante la loro esistenza, a progressive usure e deperimenti causati fondamentalmente da due fattori: A) Il lavoro compiuto; B) Il trascorrere del tempo. Ora, queste usure e deperimenti sono tollerabili fino a certi limiti, oltre i quali è necessario intervenire con riparazioni o sostituzioni. Questi interventi, chiamati comunemente manutenzione, debbono essere previsti ciclicamente, poichè sulla base di dati statistici e di conoscenze tecniche è possibile prevedere la durata degli organi di un veicolo prima che si superino i limiti di usura ritenuti accettabili.
Ma la manutenzione corrente non basta. Sono, col tempo, necessari interventi manutentivi più approfonditi, che (faccio un esempio per scuola) le FS chiamavano "Revisioni Cicliche", e le suddividevano in questo modo:
1) Riordini: vengono riparati gli organi che si usurano prima di altri, per far sì che il veicolo giunga alla successiva ciclica senza altre riparazioni,
2) Medie Revisioni: sono come i riordini, ma vengono effettuati ulteriori interventi di carattere meccanico;
3) Grandi Revisioni: qui il veicolo viene portato in officina e smontato totalmente, pezzo per mpezzo; ciascun componente viene pulito, sgrassato ed inviato al reparto di competenza, nel quale si esamina il livello di usura e, in base a questo, lo si ripara o si sostituisce. Terminato questo imponente lavoro (eseguibile sono in officine altamente specializzate, come ad esempio quelle di Foligno per le locomotive elettriche o di Foggia per le automotrici elettriche), i componenti vengono via via, dopo la revisione, rimontati sul veicolo, che in tal modo ridiventa praticamente nuovo. Si esegue la corsa di prova per accertare il corretto funzionamento del veicolo e lo si restituisce all'esercizio.
Tutto questo discorso, ovviamente, vale più o meno anche per gli autobus; in ogni caso, secondo studi fatti dalla stessa ATAC molto tempo fa, un autobus converrebbe mantenerlo in servizio per circa 14 anni, con una revisione totale dopo 8 anni di servizio e l'ordinaria manutenzione periodica...che però deve, appunto, essere regolarmente eseguita, se si vuole che il veicolo sia pienamente efficiente per gli anni che presterà servizio. Però, nulla vieta di tenerlo funzionante anche oltre i 14 anni, e questo dipende fondamentalmente dalla disponibilità di risorse per l'acquisto di veicoli nuovi, oltre poi alle caratteristiche intrinseche di un veicolo stesso: bontà del progetto, relativo "gradimento" da parte del personale di guida e di officina, consumi, facilità di reperimento dei ricambi, ecc. Nella storia dell'ATAC, vi sono stati autobus che sono durati molto; vedasi i Lancoa Omicron degli anni trenta, arrivati addirittura al 1956, come invece altri gruppi che sono durati praticamente dieci anni o forse meno (vedasi i Bredabus 2001 degli anni novanta, arrivati ai primi anni duemila).
Concludo poi con la constatazione che, qui a Roma, per motivi più che altro politici, si tende più a comprare mezzi nuovi che non a tenere bene, nel frattempo, quelli già esistenti, contrariamente a quanto accade in altre città italiane. Cito, ad esempio, le motrici della linea A della dotazione di origine (MA.001-152) che, qui ritenute ferro vecchio e totalmente rimpiazzate dai treni spagnoli CAF, sono state invece (alcune di esse) comprate a Napoli e tuttora usate, previa revisione totale, sulla metropolitana interprovinciale Napoli-Aversa (cito un link ad un articolo al riguardo):

https://it.wikipedia.org/wiki/Elettromotrici_ACOTRAL_MA_100