Continua l’indecifrabile conflitto tra la nuova stazione e il quartiere.
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C’è chi ci aveva detto che la “lagna del Pigneto” non esisteva, accusandoci di voler attaccare immotivatamente un intero quartiere,
eppure rieccoci qui. Nella giornata di mercoledì 21 maggio il sindaco di Roma
Roberto Gualtieri ha visitato la futura stazione Pigneto, che diventerà un “cantiere
parlante” di RFI.
E con l’occasione non è mancata la polemica da parte del Comitato di Quartiere Pigneto-Prenestino: gli abitanti vogliono essere attori e non spettatori, si dice, chiedendo un monitoraggio dell’inquinamento atmosferico e acustico, il controllo dell’esecuzione dei lavori in orari notturni e giornate festive, la pubblicazione del cronoprogramma completo e il progetto definitivo, oltre alle banali lamentele sull'assenza di parcheggi e sulle troppe multe delle ultime settimane.
E se da una parte alcune richieste sono legittime e
condivisibili, con alcuni risultati certamente significativi come l’anticipo del varo del ponticello provvisorio in 3 giorni anziché 3 settimane, dall’altra
parte continuano ad essere presentate posizioni assolutamente irragionevoli,
come la richiesta di non effettuare lavori durante le giornate festive (e
quando si dovrebbero fare, visto che nel vallo del Pigneto circolano i treni di
mezzo Lazio?).
Insomma, la nostra opinione è che il Pigneto sia rappresentato
da una rumorosa minoranza – tali sono i Comitati di Quartiere romani – che proprio
non riesce a vedere in positivo l’opportunità di avere a portata di mano un
progetto che (1) porterà un’offerta di 107 corse per direzione tra Tiburtina,
Tuscolana, Ostiense, Trastevere, Fiumicino, Orte e Viterbo e (2) la più grande
riqualificazione urbana della zona, con una delle piazze civiche più grandi
della città. Fortunatamente vi è una maggioranza silenziosa, entusiasta di
questa progettualità e della rivalutazione immobiliare che questa nuova stazione porterà con il
combinato disposto del prolungamento della metro C al Colosseo.
Questa è l’essenza della “lagna del Pigneto”, tra critiche sciocche dei pochi e le speranze dei molti.
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