Atac, l’AGCM bacchetta il Comune: “Gestione in house caratterizzata indubbie criticità”

Dopo gli avvertimenti l’Autorità per la concorrenza è pronta a portare Atac e Roma Capitale in tribunale.

Atac, l’AGCM bacchetta il Comune: “gestione in house caratterizzata indubbie criticità”

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Tanto tuonò che alla fine piovve. Con bollettino 9/2025 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha inoltrato una contestazione contro il nuovo contratto di servizio 2025-2027 tra Atac e Roma Capitale.

Nel mirino dell’Autorità è finito per la seconda volta il mancato ricorso ad una gara pubblica che, secondo l’ente, sarebbe in aperta violazione con l’art. 17 del Dlgs 201/2022, il decreto legislativo che norma la procedura di affidamento dei servizi pubblici locali a rilevanza economica.

L’Autorità contesta i risultati conseguiti nella pregressa gestione in house che avrebbero dovuto condurre Roma Capitale a optare per tutt’altra modalità gestionale.

Le caratteristiche del nuovo affidamento sono basate su proiezioni delle principali variabili economico-finanziarie e della quantità e qualità dei servizi all’utenza in netto miglioramento nell’orizzonte temporale triennale di vigenza dello stesso, ma partono da un’esperienza di gestione pregressa da parte dell’azienda in house storica di Roma Capitale caratterizzata da indubbie criticità gestionali ed operative, con reiterate e persistenti difficoltà di raggiungimento degli obiettivi contrattuali.

Deve osservarsi che, a fronte di tali ben note criticità e dei conseguenti effetti in termini di scarsa qualità e quantità dei servizi all’utenza negli anni pregressi, nelle argomentazioni poste a sostegno della decisione di confermare la società in house ATAC S.p.A. quale unico gestore affidatario del servizio di TPL di linea non periferico nel territorio di Roma Capitale è assente un’analisi approfondita dei processi e dei meccanismi intrinseci alle dinamiche del rapporto con l’ente affidante e a quelli interni alla gestione aziendale di ATAC S.p.A., che hanno compromesso negli anni l’andamento dei servizi, come anche risulta mancante un Piano Industriale a cura della società che affronti tali  problematiche, idoneo a rifondare la fiducia nella capacità di ATAC S.p.A. di far fronte alle esigenze di mobilità dell’utenza.

Roma Capitale avrà a disposizione 60 giorni per rispondere alle contestazioni. Laddove entro il suddetto termine tali iniziative non dovessero risultare conformi ai principi concorrenziali che sottendono alle normative violate, l’AGCM potrà presentare ricorso entro i successivi 30 giorni.

Con la precedente contestazione l'assessore alla mobilità Patané aveva definito "singolare" l'accanimento dell'Autorità su Atac, stante altre situazioni italiane di affidamenti in house che rappresentano una possibilità di affidamento concessa dalla legge.


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