A Roma manca una cultura del trasporto pubblico

Come la nostra percezione della città influenza il nostro modo di pensare la comunità e il trasporto pubblico? Lo racconta Silvia, nel ritorno a Roma per Natale.

A Roma manca una cultura del trasporto pubblico

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Silvia è romana ma abita a Monaco da ormai dieci anni: ha la patente ma non guida. Nella città bavarese diversi suoi colleghi e amici, anche con figli, neanche posseggono una macchina e al massimo la noleggiamo quando devono uscire dalla città.

E non è certamente per problemi economici, anzi. Semplicemente è più comodo e funzionale muoversi con il trasporto pubblico, a piedi e in bici, anche con i bimbi al seguito.

Il figlio di otto anni di Silvia va a scuola a piedi incontrando i suoi compagni lungo il percorso: un'abitudine che terrorizzerebbe tanti genitori romani, che persino alle medie fanno a gara a chi parcheggia più vicino al cancello della scuola. Per non parlare del liceo, quando per un adolescente avere il cinquantino o la "macchinetta" (quadriciclo) è una conquista.

Silvia ha deciso di scendere con la sua famiglia a Roma per le feste, trovando ospitalità dai suoceri in zona Gregorio VII. Come loro abitudine, si sono spostati per giorni con il trasporto pubblico trovando il servizio addirittura più affidabile rispetto alla fama nefasta che lo circonda.

Sebbene questa zona di Roma sia semicentrale e ben servita, contribuendo a migliorare sicuramente la qualità del servizio reso, al cenone di Natale gli stessi parenti e amici sono perplessi da questa "bizzarra" scelta.

"A Roma serve la macchina", "Gli autobus non passano mai", "I mezzi sono sporchi e pericolosi", "Ti vengo a prendere in macchina", "Ti pare che prendi l'autobus con i bambini, ma sei matta?".

Tutti commenti che a Roma ci sono ben familiari, ma che restano impressi in Silvia.

Certo le infrastrutture non sono paragonabili a Monaco - replica Silvia - ma tutte queste persone che schifano i mezzi pubblici di Roma li hanno mai presi? Perché mi pare che abbiate solo dei pregiudizi...

La conversazione vira poi su altri argomenti e alla fine Silvia tornerà, dopo qualche giorno, nell'amata Monaco di Baviera alla vita di tutti giorni. Il pensiero di quel passaggio le resterà, spingendola ad approfondire quale sia il motivo perché i suoi concittadini romani detestino tanto i mezzi pubblici. Legge articoli di giornale, esplora qualche gruppo di quartiere di piazza Pio XI, scopre un blog che si occupa del tema: si chiama Odissea Quotidiana.

Il suo racconto ci dice di quanto vivere all'estero possa aiutare a vedere la propria città da una prospettiva diversa, più lucida e distaccata.

È vero, ci dice Silvia, che a Roma mancano metropolitane, tram e corsie preferenziali, ma a sua opinione manca anche una cultura del trasporto pubblico. Questo si esplica, ad esempio, nella totale ritrosia ad utilizzare i mezzi pubblici, anche se si abita in zone ben servite oppure non sale più a bordo di autobus da anni. È un sentimento quasi di incondizionata sconfitta, per cui i mezzi pubblici non funzioneranno per sempre.

Non si possono fare tramvie perché rallenterebbero il traffico privato, non si possono costruire corsie preferenziali perché toglierebbero parcheggi. Si lamentano del traffico e della mancanza di parcheggio, ma in realtà non desiderano sviluppare alternative più efficienti. E questa mentalità non coinvolge solo i comuni cittadini ma arriva a toccare anche amministratori locali e enti coinvolti nelle decisioni sulla città.

Si sa dalla psicologia che le nostre scelte sono solo in parte razionali: le nostre scelte di mobilità vanno ben oltre la pura necessità di muoverci da A a B.

Basti pensare a due esempi quotidiani:

  • perché siamo disposti a cercare parcheggio mezz'ora mentre consideriamo insopportabile aspettare quindici minuti un autobus?
  • ci lamentiamo del costo della vita che aumenta mentre gli stipendi rimangono sostanzialmente gli stessi. Nel frattempo però tante famiglie posseggono tre/quattro auto (minimo tremila euro l'anno di costi fissi l'una), mentre bistrattiamo il trasporto pubblico, con l'abbonamento annuale di 250 euro l'anno?  Di cui 50 detraibili e tante promozioni associate.
A voi i commenti.

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1 Commenti

Franco Trane ha detto…
Bisogna bloccare il trasporto privato all'interno del GRA.
Solo mezzi pubblici e gratuiti.