Atac: il nuovo contratto di servizio termina troppo presto

La prospettiva di un affidamento triennale fino al 2027 rende impossibile qualsiasi pianificazione finanziaria di lungo periodo.

Atac: il nuovo contratto di servizio termina troppo presto

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È stato approvato recentemente, dopo mille vagiti e fatiche, il nuovo contratto di servizio di Atac per il triennio 2025-2027. L’affidamento, originariamente di durata quadriennale, si è ridotto di un anno a causa delle lungaggini tecnico-burocratiche e per via del nodo relativo all’aumento del costo del biglietto a 2 euro.

Sta di fatto che finalmente il nuovo affidamento potrà fare il proprio corso sebbene, siamo costretti a rilevare, con un orizzonte temporale decisamente ristretto rispetto agli ambiziosi obiettivi di crescita del servizio (+14,5%) che appaiono decisamente fidanti da conseguire.

Uno scenario, come osserva l’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), “solo in parte controllabile da Atac nell’ambito del futuro affidamento, ma piuttosto sotto la prevalente responsabilità dell’Ente Affidante [Roma Capitale], non pare in grado di garantire la certezza finanziaria necessaria a un’impresa per sviluppare le proprie attività e raggiungere le prestazioni attese in termini, ad esempio, di miglioramento della qualità del servizio e correlato incremento dei passeggeri paganti”.

Tradotto in parole povere: le fluttuazioni degli investimenti del Comune di Roma sul proprio trasporto pubblico hanno limitato le prestazioni di Atac così come limiterebbero le performance di altri operatori privati.

Una certezza, quella economica, che è fortemente legata dall’orizzonte temporale dell’affidamento.

Cotral, ad esempio, ha visto nel 2022 il rinnovo del contratto di servizio per la rete su gomma: dopo 10 anni di affidamento partiti nel 2011, l'accordo economico con la Regione Lazio è stato rinnovato un ulteriore decade (DGR 1252/2022), fino al 31 dicembre 2032.

Assieme ai bus regionali, nel 2022 Cotral ha ottenuto l'affidamento del servizio "in house providing" delle ferrovie Roma-Lido e Roma-Civita Castellana-Viterbo: in questo caso il contratto decennale approvato con DGR 49/2022 contiene un'opzione di rinnovo fino a ulteriori 8 anni fino al 30 giugno 2040. Medesima ratio vale per l'affidamento della gestione dell'infrastruttura ferroviaria delle due linee, che Astral avrà in mano fino al 2032 con facoltà di proroga fino al 2042.

Ciò consentirà alla Regione di programmare correttamente gli investimenti sul trasporto pubblico regionale con un respiro di lungo periodo sulla gomma e sul ferro, mentre faranno il proprio corso le Unità di Rete (anch’esse facenti parte di un affidamento della durata di 9 anni).

E per Trenitalia? La Regione Lazio in questo caso ha stipulato un contratto di servizio della durata di 15 anni (DGR 316/2018): un arco di tempo sufficientemente ampio che consentirà il rinnovo completo della flotta con 72 nuovi treni in cofinanziamento tra la Regione e Trenitalia.

Medesimo criterio sembra accomunare le altre città d’Italia: la GTT di Torino gode di un contratto decennale, la ANM di Napoli ha sottoscritto un contratto quinquennale e, infine, la blasonatissima ATM Milano di 7 anni. Tutti i contratti stipulati delle altre città sono attualmente in proroga e la durata effettiva è destinata ad aumentare ulteriormente. Un’assurdità se si pensa che le stesse Troiani/SAP e BIS/Tuscia, vincitori dei lotti del TPL periferico della Capitale, hanno sottoscritto con Roma Capitale un contratto della durata di 8 anni fino al 31 dicembre 2032.

In questo contesto il nuovo contratto di servizio di Atac sembra essere un mero ponte per superare il periodo del Giubileo e degli investimenti PNRR. Giunti al 2027 quasi certamente ricomincerà, conoscendo la macchina elefantina comunale, il giro di proroghe ad libitum, come già avvenuto col precedente contratto fino al 2019 rinnovato artificialmente per i successivi 5 anni.

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