La delibera voluta dall'ex sindaco Marino per finanziare il bike sharing comunale è rimasta e rimarrà inapplicata.
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- approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP);
- approvazione dei Piani di Localizzazione degli Impianti e dei Mezzi Pubblicitari (PiaLMIP);
- aggiudicazione della gestione decennale degli impianti tramite bandi di gara.
Il primo passo fu compiuto con le DAC 49/2014 e 50/2014, che
approvarono il PRIP sotto la forma del nuovo Regolamento e gettando le basi per
il passo successivo. Il precipitare degli eventi politici e la fine anticipata
della consiliatura Marino non rallentarono, stranamente, il processo e sotto l’amministrazione
del Commissario Straordinario Tronca fu approvata la DCSAC 19/2016 contenente i
criteri per la redazione dei PiaLMIP.
Successivamente con la neoamministrazione Raggi furono approvati
i PiaLMIP, precisamente con DGCa 243/2017. Infine, a causa del mutamento della
legislazione del settore a seguito della Legge di Bilancio 2020, il PRIP fu aggiornato
con DAC 141/2020. All’interno della delibera fu ribadito che restava nelle intenzioni
dell’amministrazione quella di proseguire con le gare d’appalto, rompendo il
monopolio degli attuali gestori degli impianti pubblicitari.
Delle gare, alla fine, non se ne fece nulla, neanche con l’attuale
amministrazione Gualtieri. In particolare, in una commissione commercio del febbraio 2023 è stata sancita la morte tecnica della riforma promossa da Ignazio Marino in favore di un non precisato affidamento degli impianti mediante
project financing. Anche questa soluzione è, naturalmente, caduta nel
dimenticatoio.
Ma cosa hanno a che fare i trasporti con i cartelloni
pubblicitari? Ebbene, secondo il PiaLMIP approvato nel 2017 nell'ambito della
superficie previste per impianti di proprietà privata su suolo pubblico (pari a
complessivi 59.750 mq) si sarebbero dovute individuare quote riservate a
impianti per servizi di pubblica utilità i cui proventi siano finalizzati al
finanziamento del servizio di bike-sharing (per una superficie di 7.500 mq
estendibile a 10.000 mq) e della realizzazione e gestione di servizi igienici
pubblici (pari a 5.000 mq) oltre ad una ulteriore quota deve essere riservata
alla esposizione pubblicitaria di iniziative culturali e dello spettacolo (cd
circuito cultura e spettacolo).
Parte degli introiti pubblicitari, in sostanza, sarebbero serviti a riattivare il bike sharing comunale, dopo il rovinoso fallimento del sistema station-based gestito da Atac e Roma Servizi per la Mobilità tra il 2008 e il 2012.
Purtroppo della riforma dei cartelloni non se ne farà più nulla, così come del bike sharing a gestione comunale. Con i servizi affidati ai privati partiti lo scorso anno tra bici e monopattini e la mancanza di una reale volontà nell’attivare un servizio di pubblica proprietà, Roma è destinata a rimanere una delle poche città europee in cui lo sharing sarà completamente in mano agli umori e ai bilanci delle imprese private: una sconfitta per la Capitale d'Italia.
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