Bike sharing comunale: la fine della riforma cartelloni

La delibera voluta dall'ex sindaco Marino per finanziare il bike sharing comunale è rimasta e rimarrà inapplicata.

Bike sharing comunale: la fine della riforma cartelloni

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Come noto, dopo lo scandalo della “cartellopoli” romana esplosa nel 2009 e proseguita fino ai giorni nostri, l’amministrazione capitolina si fece promotrice di una radicale riforma della regolamentazione degli impianti pubblicitari. La riforma dei cartelloni pubblicitari a Roma si sarebbe nelle seguenti tre fasi:

  • approvazione del Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari (PRIP);
  • approvazione dei Piani di Localizzazione degli Impianti e dei Mezzi Pubblicitari (PiaLMIP);
  • aggiudicazione della gestione decennale degli impianti tramite bandi di gara.

Il primo passo fu compiuto con le DAC 49/2014 e 50/2014, che approvarono il PRIP sotto la forma del nuovo Regolamento e gettando le basi per il passo successivo. Il precipitare degli eventi politici e la fine anticipata della consiliatura Marino non rallentarono, stranamente, il processo e sotto l’amministrazione del Commissario Straordinario Tronca fu approvata la DCSAC 19/2016 contenente i criteri per la redazione dei PiaLMIP.

Successivamente con la neoamministrazione Raggi furono approvati i PiaLMIP, precisamente con DGCa 243/2017. Infine, a causa del mutamento della legislazione del settore a seguito della Legge di Bilancio 2020, il PRIP fu aggiornato con DAC 141/2020. All’interno della delibera fu ribadito che restava nelle intenzioni dell’amministrazione quella di proseguire con le gare d’appalto, rompendo il monopolio degli attuali gestori degli impianti pubblicitari.

Delle gare, alla fine, non se ne fece nulla, neanche con l’attuale amministrazione Gualtieri. In particolare, in una commissione commercio del febbraio 2023 è stata sancita la morte tecnica della riforma promossa da Ignazio Marino in favore di un non precisato affidamento degli impianti mediante project financing. Anche questa soluzione è, naturalmente, caduta nel dimenticatoio.

 

Ma cosa hanno a che fare i trasporti con i cartelloni pubblicitari? Ebbene, secondo il PiaLMIP approvato nel 2017 nell'ambito della superficie previste per impianti di proprietà privata su suolo pubblico (pari a complessivi 59.750 mq) si sarebbero dovute individuare quote riservate a impianti per servizi di pubblica utilità i cui proventi siano finalizzati al finanziamento del servizio di bike-sharing (per una superficie di 7.500 mq estendibile a 10.000 mq) e della realizzazione e gestione di servizi igienici pubblici (pari a 5.000 mq) oltre ad una ulteriore quota deve essere riservata alla esposizione pubblicitaria di iniziative culturali e dello spettacolo (cd circuito cultura e spettacolo).

Parte degli introiti pubblicitari, in sostanza, sarebbero serviti a riattivare il bike sharing comunale, dopo il rovinoso fallimento del sistema station-based gestito da Atac e Roma Servizi per la Mobilità tra il 2008 e il 2012.

Purtroppo della riforma dei cartelloni non se ne farà più nulla, così come del bike sharing a gestione comunale. Con i servizi affidati ai privati partiti lo scorso anno tra bici e monopattini e la mancanza di una reale volontà nell’attivare un servizio di pubblica proprietà, Roma è destinata a rimanere una delle poche città europee in cui lo sharing sarà completamente in mano agli umori e ai bilanci delle imprese private: una sconfitta per la Capitale d'Italia.


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