Roma e il 2022 da incubo per le metro: una possibile spiegazione

Roma e il 2022 da incubo per le metro: una possibile spiegazione


Tutti i guai della Metro di Roma analizzati da TplRoma per Radio Colonna. Mancano i treni, perchè, cosa non è stato fatto che si poteva fare per scongiurare questa catastrofe che viviamo tutti i giorni?


Continuano gli approfondimenti di Radiocolonna alla scoperta delle ragioni che avrebbero provocato il crollo delle metropolitane di Roma. Un inizio 2022 da incubo, caratterizzato da frequenze bassissime, linee temporaneamente chiuse e un’incredulità – mista a rabbia – di utenti e pendolari. 

Questa volta la crisi della metropolitana della Capitale è spiegata a Radiocolonna da Andrea D’Emidio di Odissea Quotidiana, il collettivo di blogger, ingegneri ed esperti che con occhio lucido e competente fa quotidianamente la radiografia del tpl capitolino.

“Che manchino i treni è un fatto indiscutibile. Dei 28 treni programmati ne circolano 13/14, un numero che ha la scorsa settimana ha determinato la chiusura della Metro B1. 

Da quello che ci risulta, queste problematiche deriverebbero da due questioni: la prima riguarda il fatto che i treni hanno raggiunto il numero massimo di chilometri e che dunque hanno bisogno di essere revisionati – spiega il blogger a Radiocolonna – questo perché ci si è ridotti all’ultimo e le tempistiche per la revisione non sono state programmate in maniera efficace. 

Sarebbe bastato fermare, per esempio, un treno per tre mesi e ci sarebbe stata una turnazione nei convogli da revisionare, piuttosto che fermarli tutti insieme compromettendo di fatto il servizio. 

Il secondo punto riguarda il tornio, che sembrerebbe essere stato manomesso e questo avrebbe determinato un accumulo di lavoro con tempi più lenti per le riparazioni”.

Sul tema delle responsabilità, poi, si apre un altro capitolo interessante.

“Le responsabilità non sono da attribuire ad un unico attore. Intanto c’è da dire che quando si parla di revisioni ci sono tempi e scadenze certe e queste scadenze possono essere gestite e governate. 

Ed è quello che non è stato fatto né dal lato tecnico, quello dell’azione, né da quello politico, che avrebbe potuto dare l’input di farlo. 

La situazione attuale dunque è imputabile ad una negligenza che riguarda entrambe le parti – conclude D’Emidio – la chiave per una gestione virtuosa dei trasporti pubblici parte proprio dal concetto di programmazione: se sono a conoscenza che in una data X dovrò fare l’intervento Y, mi organizzo con le revisioni senza stravolgere il servizio. Esattamente ciò che non è stato fatto”.

da Radio Colonna

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