Rimborsi per gli abbonamenti Metrebus: Le due versioni di Atac e Regione Lazio

Rimborsi per gli abbonamenti Metrebus: Le due versioni di Atac e Regione Lazio


Gli italiani si ricordano ancora bene i due mesi passati in casa, senza poter uscire a causa dell’allarme Covid. Così come ricordano che i sindaci e le aziende dei trasporto locale delle due maggiori città, Roma e Milano, avevano promesso di “stare lavorando a una soluzione” per rimborsare i periodi di non utilizzo dell’abbonamento ai mezzi pubblici





Eppure a distanza di mesi, questa soluzione non è arrivata. Anzi, nel caso di Roma, addirittura Atac e Regione Lazio danno due versioni completamente differenti sul rimborso, con la società di trasporto che sostiene di non aver ancora ricevuto alcuna direttiva dalla regione per procedere e l’Urp della Regione che spiega agli utenti come chiedere i soldi indietro.

La storia della lettrice de Il Salvagente


A farci notare questa incomprensibile divergenza di vedute tra i due soggetti, una nostra lettrice, Anna Gerbasi, che ci scrive: “Ho letto che molte associazioni dei consumatori hanno predisposto i moduli per ottenere il rimborso dell’abbonamento non utilizzato nel periodo interessato dalle misure governative”. 

Il 17 giugno Anna chiede alla Regione Lazio come fare per ottenere il rimborso o in alternativa il prolungamento della durata dell’abbonamento Metrebus Roma del figlio.

L’Urp Lazio: ecco come avere il rimborso


L’Urp risponde che secondo quanto previsto dalla normativa, “le aziende erogatrici dei servizi di trasporto ferroviario o di servizi di trasporto pubblico locale procedono nei confronti degli aventi diritto al rimborso, optando per una delle seguenti modalità: 
  1. emissione di un voucher di importo pari all’ammontare del titolo di viaggio, ivi compreso l’abbonamento, da utilizzare entro un anno dall’emissione; 
  2. prolungamento della durata dell’abbonamento per un periodo corrispondente a quello durante il quale non ne è stato possibile l’utilizzo”. 

Facendo riferimento al decreto “rilancio” del 19 maggio 2020, l’Urp aggiunge che ai fini dell’erogazione del rimborso, l’utente interessato deve presentare la richiesta all’Azienda che ha emesso il titolo di viaggio allegando:
  1. la documentazione comprovante il possesso del titolo di viaggio nel periodo di efficacia dei provvedimenti attuativi delle misure di contenimento; 
  2. una dichiarazione rilasciata ai sensi dell’art. 47 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 445 del 28/12/2000, (dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà) relativa al mancato utilizzo, in tutto o in parte, del titolo di viaggio in conseguenza dei provvedimenti attuativi delle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. 
“Pertanto, secondo quanto sopra rappresentato, la S.V. potrà  richiedere il rimborso, secondo le modalità sopra descritte,  direttamente al gestore del servizio di trasporto pubblico”, conclude l’Urp.

Atac: procedura ancora non attiva


Forte della risposta dell’Urp Lazio, Anna Gerbasi si rivolge all’Atac, ma la risposta che le arriva la gela: “Le confermiamo che il Decreto Legge 34/2020 – cosiddetto “Rilancio” – prevede una forma di rimborso per i titolari di abbonamento al trasporto pubblico locale, che può consistere o in un prolungamento della validità del titolo o in un voucher. 

Tuttavia essendo il Decreto una norma nazionale e quindi di carattere generale deve trovare concreta applicazione ed attuazione a livello regionale secondo specifiche previsioni e modalità che al momento sono in corso di definizione. 

Atac, in qualità di azienda di gestione del servizio di trasporto pubblico locale di Roma, sta studiando, di concerto con gli enti regolatori, il sistema utile alla concreta attuazione a livello locale delle misure di tutela previste a favore dell’utenza a livello nazionale. 

Quando le modalità saranno definite nel dettaglio – ovvero nell’ambito del vigente sistema tariffario valido per Roma e per il Lazio – sarà nostra cura comunicarle all’utenza, a partire dal sito aziendale”. 

Insomma, agli occhi della nostra lettrice uno scaricabarile ai danni del consumatore. In attesa di chiarimenti da parte dei soggetti interessanti, non resta che sottolineare che due mesi per decidere le modalità di rimborso già messe in atto in altri settori, sembrano veramente eccessivi.

In pratica, come conferma Il Salvagente, al momento tutto continua a tecere





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