Coronavirus, metro e bus ridotti. La protesta: "Lavoratori ospedalieri a piedi e senza trasporti"

Coronavirus, metro e bus ridotti. La protesta: "Lavoratori ospedalieri a piedi e senza trasporti"


Dal 14 marzo metro bus e tram fino alle 21. Servizio attivo alle 5.30. Molte le segnalazioni a RomaToday di infermieri e personale OSS: "Noi senza mezzi per andare a lavoro"



L’emergenza Coronavirus svuota le strade e i mezzi pubblici e le amministrazioni locali si adeguano. 

Su disposizione della Regione, il Comune di Roma e Atac hanno varato una rimodulazione: servizio ridotto, secondo l'orario estivo, con la conclusione alle 21.00 per metro, bus e tram. 

Meno trasporti rispetto al periodo estivo. Poco conta, diranno in tanti, soprattutto pensando a quel restate a casa diventato l'imperativo seguito da milioni di italiani e romani. 

E invece questa riduzione impatta, in qualche caso anche tanto, su molti lavoratori impegnati all'interno degli ospedali. 

In queste ore alla redazione di RomaToday stanno arrivando numerose proteste da parte di infermieri, oss, addetti alle pulizie rimasti praticamente senza mezzo per raggiungere il posto di lavoro o per tornare a casa. 

Il problema è sia per il turno serale, per quanto riguarda il rientro a casa, sia per il primo turno della mattina. "Stasera finirò di lavorare alle 21.30", racconta un infermiere del Nuovo Regina Margherita residente al Prenestino, "e sarà impossibile tornare a casa con i mezzi. 

Usare l'auto? Qui è impossibile parcheggiare e il ticket costa quasi come una giornata di lavoro". 

Gli fa eco un Oss del Bambino Gesù: "Sarò costretto ad arrivare tardi al lavoro la mattina. 


Il primo bus alle 5.30 rende impossibile essere sul posto in orario. Da Centocelle al Gianicolo occorre almeno un'ora". Nel caso dei turni di mattina è l'assenza dei bus notturni a penalizzare: "Di solito", racconta Alessandro a RomaToday, "prendendo l'ultimo notturno riuscivo ad essere in centro per prendere la prima corsa del mattino ed essere così puntuale a lavoro. Ora ciò è impossibile". 

Un problema in più in questo momento di emergenza sanitaria: "Con gente che fa doppi e tripli turni", racconta un'infermiera, "uscire e non sapere come tornare a casa è un'ulteriore fonte di stress. 

Come farò? Nei prossimi giorni risolverò chiedendo un passaggio. Poi si vedrà". 

Qualcuno se la prende con la sindaca Raggi. La rimodulazione di Atac risponde in realtà ad un'ordinanza regionale che giovedì ha chiesto la rimodulazione del servizio. 

Nell'ordinanza c'è però anche scritto

"In ottemperanza all'Ordinanza della Regione Lazio vengono garantiti i servizi minimi essenziali privilegiando l'integrazione tra le varie modalità, favorendo quella con minore possibilità di contatto tra persone e scegliendo, tra più soluzioni atte a garantire sufficienti servizi di trasporto, quella che permetta maggiore superficie disponibile per i viaggiatori e comunque almeno un metro di distanza tra i passeggeri. 

Obiettivo garantire la massima sicurezza per utenti e operatori.

Da Roma Today







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