Solo 3 anni fa, prima che Atac finisse sotto concordato fallimentare, circa 120 lavoratori della ditta Corpa, in appalto per il soccorso stradale delle vetture guaste, vennero licenziati in tronco
Usb, da sempre schierata contro il sistema degli appalti, propose alla dirigenza Atac di internalizzare il servizio e i lavoratori.
Se Atac sembrava essersi convinta della giustezza delle nostre proposte, tanto da riportare nel piano concordatario l’investimento di oltre 1 milione di euro per l’acquisto dei mezzi necessari all’attività di soccorso, oggi sembra aver cambiato idea.
Anziché assumere qualche decina di operai, decidere di appaltare il servizio al costo di 5 milioni di euro”.
Così in una nota l’Unione Sindacale di Base.
“Una vergogna nella vergogna, visto che Atac non ha capienza neppure per pagare i tfr dei lavoratori andati in pensione, per un ammontare che si aggirerebbe attorno ai 150 milioni di euro circa – attacca il sindacato.
Si tratta di soldi dei lavoratori, che l’azienda avrebbe dovuto accantonare e che al contrario sono finiti in chissà quale buco nero.
Al contrario, quelli da dare ai privati si trovano sempre, anche se questo comporta fare un dietro front rispetto a quanto scritto nel piano industriale di “rilancio” dell’azienda partecipata.
Che il concordato si sarebbe rivelato uno specchietto per le allodole, lo abbiamo sostenuto sin dall’inizio, ma oggi possiamo dire di averne la certezza.
L’unica soluzione definitiva resta, a nostro avviso, il ritorno alla piena gestione pubblica del servizio di trasporto, attraverso la costituzione di un’azienda speciale”, conclude Atac.
Da Lavoro Lazio
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