Sprechi e disservizi dell’Atac, inchiesta della Corte dei conti


I magistrati contabili cercano i problemi del trasporto pubblico fra le pieghe del contratto di servizio fra la municipalizzata dei trasporti e il Comune



C’è una lettera protocollata in Campidoglio che preoccupa la sindaca Virginia Raggi. 

É a firma Massimo Perin, viceprocuratore regionale della Corte dei conti e chiede all’assessore alla Mobilità del Comune, Pietro Calabrese, di riferire in merito al contratto di servizio che lega Atac all’amministrazione comunale. 


É possibile che l’inefficienza dei trasporti romani finisca per alimentare sprechi? 

Sicuri che - per fare un esempio - dal disastro manutentivo delle scale mobili della metro non nascano ulteriori spese a carico della pubblica amministrazione? 

E, infine, la municipalizzata dei trasporti sta rispettando il contratto di servizio con il Comune che pure costa circa 700 milioni di euro?

Il pubblico ministero contabile che, in passato, ha indagato sulla multopoli capitolina, ha aperto una maxi inchiesta sul trasporto pubblico romano a partire dal 2015. 

E, per cominciare, ha ottenuto una prima risposta. 

Dal Campidoglio infatti hanno chiesto un supplemento di tempo per effettuare la ricognizione in casa propria ma, nel frattempo, hanno trasmesso alla magistratura contabile notizia di nuove voci di costo in capo ai dirigenti dell’Atac: aumenti di stipendio decisi all’interno della municipalizzata sforando il tetto massimo dei compensi (l’ex amministratore Manuel Fantasia, tra gli altri, avrebbe approvato alcuni bonus).

Si tratta di capire, ora, che strada prenderà l’inchiesta, tra forniture sbagliate, manutenzione negligente e aumenti inopportuni. La via scelta dalla Corte dei conti è chiara: interrogare il Comune sulle carenze dell’azienda del trasporto pubblico significa puntare direttamente agli sprechi aziendali. 

Atac che ha appena superato lo scoglio del concordato con i creditori è ancora sotto osservazione. E, malgrado le promesse fatte dai commissari che l’hanno traghettata verso l’accordo con i fornitori, la via del risanamento resta difficile da percorrere. Un esempio? 

La municipalizzata continua a perdere corse rispetto alle previsioni del contratto di servizio. L’ultimo rapporto pubblicato sul sito dell’azienda di via Prenestina parla di un 13% di corse in meno rispetto a quanto previsto dall’accordo in vigore con il Campidoglio.

L’aumento dell’efficienza resta il nodo cruciale della questione. Vale la pena ricordare che nelle trattative con la municipalizzata per il rinnovo del contratto di servizio 2020-2021 il Campidoglio ha chiesto all’azienda di accelerare sulla produttività assicurando più chilometri del passato. 

É la seconda volta che la magistratura contabile approfondisce il contratto di servizio di una municipalizzata. É accaduto con i rifiuti, accade ora con il trasporto pubblico. 

Sul fronte della spazzatura l’iniziativa risale alle settimane scorse, quando dalla procura regionale della Corte dei conti è partita la richiesta di ascoltare la dirigente regionale delle politiche ambientali e ciclo dei rifiuti, Flaminia Tosini. 

Per i pm di via Baiamonti si tratta di comprendere quali siano le anomalie, quanto costino ai cittadini e di chi sia la responsabilità, se del Campidoglio o della sola municipalizzata Ama. La risposta potrebbe arrivare a breve.

Da Corriere della Sera







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