Cosa succede se si rompe un treno della Roma-Lido?

Cosa succede se si rompe un treno della Roma-Lido?


Attenzione, attenzione. Il treno è guasto. Si prega di scendere". Sono le 8:30, del 6 novembre. Ma la data conta il giusto, potrebbe essere un giorno qualunque. In fin dei conti, ogni mattina è quella buona (si fa per dire) per un guasto. Ma cosa è successo? I racconti degli utenti




A seguire il racconto del giornalista di Roma today, vittima, come noi, dei disastri della Roma-Lido, ma prima di raccontare quello che è successo, vorrei spiegare perchè sia successo.

I treni MA200 - di cui trovate una descrizione tecnica in Metro For Dummies - hanno storicamente problemi alle porte e la scena che abbiamo vissuto oggi (io in diretta) è normale amministrazione: le porte si chiudono, si riaprono, si richiudono per un tempo che varia fino a 5 minuti, poi il macchinista dice che il treno è rotto, scendono tutti. A questo punto il treno chiude le porte e riparte.

E la gente si incazza.

Questa è la procedura sempre uguale che va avanti da anni, ma c'è un motivo.

Questo tipo di guasti non è casuale, i treni della serie MA200 storicamente hanno problemi di questo tipo e per questo non sono affidabili.

La chiusura perfetta delle porte permette al macchinista di avere l'energia per poter muovere il treno - il consenso alla trazione - e su questo tipo di treni quando sono pieni può  non essere perfetta, per cui non c'è da stupirsi che il treno vuoto sia stato fatto ripartire.

Questa procedura l'abbiamo spiegata bene nel minibook "Non aprite quella porta", una buona lettura, per chi vorrà.

Leggi anche: La Roma-Lido cala il tris: guasto e ritardi da Terzobinario

Il racconto di Lorenzo da Roma Today

E che sarebbe stato un mercoledì da leoni era chiaro già dalle 7 quando ci sono state le prime rimodulazioni, quindi l'accorpamento delle corse e poi l'apice.

Il treno delle 8 è stato rimodulato alle 8:08, quindi alle 8:11, per poi passare alle 8:14 a Lido Nord. Pieno. Ovviamente. Alle 8:30, a fatica, l'arrivo a Casal Bernocchi. Quindi la sentenza: "Attenzione, attenzione. Treno guasto, si prega di scendere". E così, tutti giù per terra.

"Sono giorni che è così, e poi al terzo giorno di disagi mandano i treni vecchi? Ma Atac, il Comune, si rendono conto o vivono sulla luna?", dice Alessandro C., uno dei tanti che oggi arriverà in ritardo. Alle 8:40 la chimera: ecco il treno "buono" annunciato da Atac. Ma l'illusione dura poco, il convoglio è pieno. E così, chi è rimasto a piedi a Casal Bernocchi saluta con la mano, imprecando, chi è già dentro quel trenino.


"È dalle 6 di questa mattina che non va nulla bene: avevo il telefono scarico, colazione con sale nel caffè, Roma Lido rotta e all'esonero non so un cavolo", dice Marta C., un'universitaria. "Mi licenzieranno, è il terzo ritardo consecutivo per colpa di questo trenino", dice Alessia A.

Continua









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1 Commenti

Anonimo ha detto…
Sul discorso delle porte siamo d'accordo, ma se una porta non chiude bene, nulla vieterebbe di escluderla tenendola chiusa (risolvendo così il problema del blocco trazione), mantenendo il treno operativo. Non è che, se una porta si guasta, un treno va messo fuori servizio. Più genericamente, esistono delle procedure che consistono, in caso di guasto non grave, nell'escludere un azionamento interessato dall'avaria, cosicchè il servizio possa essere proseguito almeno fino al termine della corsa. Comunque, siamo alle solite: non c'è, nelle aziende romane, una rigorosa organizzazione industriale, nè una formazione del personale (ed una parallela motivazione dello stesso da parte di chi dirige) seria e concreta: in questa azienda si "tira a campare". Vedremo se, con la successiva gestione COTRAL, le cose cambieranno, ma qualche dubbio ce l'ho, perchè se la preparazione e la mentalità di buona parte del personale è quella che è, non credo si possano migliorare le cose semplicemente con un cambio di sigla.