Tre storie - Questione di volontà politica


Salviamo la Metro C: Questo post lo abbiamo costruito un po' diversamente. Ci sono tre storie e solo una di queste tre è vera nello sviluppo, purtroppo



Storia numero 1 - È il 16 maggio 2017. In una conferenza stampa allestita nell'aula consiliare del Tredicesimo Municipio il Sindaco di Roma Virginia Raggi e l'Assessore alla Mobilità Linda Meleo illustrano lo studio preliminare di fattibilità della funivia Casalotti - Battistini, inserita tra le opere invarianti del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile). 

La Giunta fa, dunque, sul serio e manifesta le intenzioni di vedere questo progetto diventare realtà il prima possibile. Nei mesi successivi la progettazione avanza celermente e viene completato il progetto preliminare e gli studi di fattibilità tecnico-economica. La progettazione raggiunge uno stadio avanzato tanto che il Comune a fine 2018 presenta istanza al Ministero dei Trasporti per farsi finanziare l'opera. 

Nel settembre 2019, e cioè in poco più di due anni dalla conferenza stampa iniziale del maggio 2017, l'opera va verso l'ottenimento dei fondi dal Ministero dei Trasporti.

Storia numero 2 - È la fine di marzo del 2018. Le talpe meccaniche partono dal pozzo del cantiere di via Sannio per scavare le gallerie della tratta T3 della Metro C (San Giovanni - Colosseo). Non essendo stata finanziata e messa in cantiere la tratta successiva Venezia - Clodio, il progetto esecutivo approvato diversi anni prima, prevede a fine corsa il tombamento degli scudi delle talpe sotto il Foro di Traiano, qualche centinaio di metri dopo i Fori Imperiali e a soli 190 metri da Piazza Venezia. 

Ciò complicherebbe di molto la prosecuzione dell'opera oltre Fori imperiali, costituendo l'abbandono degli scudi delle talpe in quella posizione un vero e proprio "tappo". Tuttavia questo spreco verrebbe evitato nel caso in cui la Giunta decidesse di attuare "una soluzione di una semplicità imbarazzante, praticamente a costo zero, sfruttando un progetto già pronto. 

Si tratta, infatti, di approvare banalmente il substralcio relativo alle sole gallerie del progetto definitivo della stazione Venezia, già consegnato nel 2014" come fa sapere Comitato Metro X Roma. Poco dopo nella conferenza stampa del 4 maggio 2018, la Giunta annuncia di aver deciso finalmente che la metro C proseguirà almeno fino a Clodio e che a tal fine presto sarà avviata una revisione progettuale della tratta Venezia - Clodio. 

Nel giugno 2018 la Giunta decide di intraprendere l'iter per approvare lo scavo delle gallerie fino a Piazza Venezia. Nel frattempo viene affidata la revisione progettuale della tratta T2 della Metro C che sarà pronta prima di fine mandato. Ad inizio 2019 il Ministero delle infrastrutture approva il progetto delle gallerie fino a Piazza Venezia e nel maggio 2019 il CIPE pubblica in Gazzetta la relativa delibera. L'ipotesi di morte della metro C a Fori Imperiali e di ulteriori costi e ritardi sulla tratta T3 in costruzione, è soltanto un brutto ricordo. Inoltre oggi la revisione progettuale della Metro C è in uno stadio molto avanzato e a breve verranno finalmente chiesti i finanziamenti al Ministero per poter mettere in cantiere questa benedetta tratta Venezia - Clodio.

Storia numero 3 - Il 12 maggio 2018 apre la stazione San Giovanni della Metro C ma il nodo di scambio tra le due stazioni della Metro C e della Metro A è incompleto. I viaggiatori per scambiare tra le due metro dovranno salire fino all'atrio tornelli e poi riscendere in banchina mentre il collegamento diretto tra le due stazioni è chiuso apparentemente per questioni burocratiche. I lavori per il completamento del nodo sono partiti nell'ottobre 2018 e sono stati completati 7 mesi dopo. 

Oggi i passeggeri possono direttamente scambiare tra Metro C e A (e viceversa) attraverso il collegamento presente al piano corrispondenze senza salire di due piani e riscendere.


Purtroppo soltanto la prima storia è vera. Come anticipato venerdì dall'Agenzia di stampa DIRE e poi ripreso da tutti i media, manca solo la firma del nuovo Ministro dei Trasporti Paola De Micheli, e poi la funivia Casalotti - Battistini sarà finanziata. Invece, la decisione di avviare l'iter per lo scavo delle gallerie fino a piazza Venezia è arrivato solo a Luglio 2019. Oggi le talpe sono ferme nella stazione Fori Imperiali rischiando di provocare a catena ulteriori ritardi sulla costruenda tratta T3, mentre il rischio del tombamento delle talpe sotto il Foro di Traiano è ancora concreto se l'iter non procederà. La revisione progettuale della Metro C non è ancora stata affidata e di conseguenza neppure in corso di sviluppo. E ovviamente il nodo San Giovanni non è stato completato e non si quando questo accadrà.

La funivia Casalotti-Battistini salvo clamorosi colpi di scena, dunque, si farà. Un'opera imponente, dal costo stimato di 110 milioni di euro, che prevede ben 41 piloni alti tra i 18 e i 36 metri, che quindi ha richiesto uno sforzo progettuale non indifferente e per la quale la Giunta pentastellata ha dimostrato una certa efficienza e decisionismo.

Di certo se questo decisionismo fosse stato applicato fin da subito sul tema delle metropolitane, molto probabilmente la Metro C non si sarebbe trovata nella situazione di incertezza attuale. Nell'elaborare la seconda e terza storia abbiamo usato un po' di fantasia ma siamo stati realistici nel tenere conto di tempistiche molto larghe in grado di comprendere eventuali ritardi negli iter e nei cantieri. Seppur larghe, se queste tempistiche fossero state rispettate oggi il futuro della Metro C sarebbe stato definito e sicuro e, il nodo di scambio San Giovanni completato. 

Ma non è mai troppo tardi e pertanto ci auguriamo che la stessa celerità ed efficienza dimostrata dalla Giunta sulla vicenda della funivia venga impiegata per concludere il nodo di scambio di San Giovanni, per mettere in cantiere il prima possibile il completamento della Metro C fino a Roma Nord e, unendoci all'appello di Comitato Metro X Roma, per avviare la progettazione del prolungamento della Metro A fino a Monte Mario e al GRA come previsto dallo scenario di piano del PUMS.

Da Salviamo la Metro C




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1 Commenti

Anonimo ha detto…
Io non sono contrario alle funivie, ma ogni mezzo di trasporto ha il suo campo di utilizzo. Personalmente penso che sia poco utile una funivia sul percorso Battistini-Casalotti; certo, indubbiamente è un mezzo di trasporto svincolato dal traffico, ma non ha nè la capacità di trasporto, nè la velocità commerciale di una ferrovia metropolitana. Su quella direttrice, anche se non ho in mano i dati sulla domanda di trasporto esistente, francamente un sistema di trasporto funiviario non mi sembra poi molto opportuno, e penso che sarebbe stato molto più utile prolungare fino a Casalotti la linea A della metropolitana, opportunamente potenziata al tempo stesso. Ci sono altri percorsi, qui a Roma, dove una funivia potrebbe avere la sua utilità, ma non va prevista al posto di una metropolitana, od anche di una tramvia: come ho già detto, ci vuole "il mezzo giusto al posto giusto".