Caldo, tagli e ritardi: l’inferno «morente» ferrovia Roma-Viterbo. Fino a 34 gradi la temperatura registrata nei fatiscenti vagoni, un’afa intollerabile per i 75mila pendolari della tratta che passerà da Atac a Cotral
Nei cocenti vagoni, vecchi di mezzo secolo e quindi privi di aria condizionata, nessuna salvezza arriva dai finestrini cadenti.
Appena saliti sui mezzi dall’antro già bollente del capolinea Flaminio, l’afa stringe i polmoni, la pelle si incolla ai sedili in tessuto.
Tre, quattro fermate, il tempo di arrivare a Monte Antenne tra passeggeri che boccheggiano, ventagli che smuovono solo aria calda e la colonnina di mercurio certifica ciò che il corpo sa già.
Trentadue gradi all’esterno, trenta all’interno dei forni su ruote. In pratica, non c’è nessuna differenza tra il caldo soffocante in strada e quello sofferto nelle torride carrozze. Fino a 34 gradi, accerta anche il termometro ambientale alle 15.30.
Un esperimento compiuto, tra l’altro, in un giorno festivo e non quando i treni sono affollati all’inverosimile, quando i 75mila pendolari quotidiani tentano di raggiungere la Capitale per studio o lavoro dalla provincia o dal viterbese.
Ma le temperature record (che più di un malore hanno già provocato tra i passeggeri) non sono l’unica criticità sui cento chilometri percorsi dalla cosiddetta Roma-Nord, ferrovia che vive in questi mesi il suo periodo più nero.
Ventidue corse su 56 tagliate, la metà del servizio cancellata per le corse extraurbane (quelle tra Montebello e Viterbo) a partire dal 1° luglio.
E non a causa di un evento improvviso, ma per l’entrata in vigore delle nuove direttive di sicurezza emanate dall’Ansf (Agenzia nazionale sicurezza ferrovie) dopo la strage di Andria in Puglia.
Risultato: corse soppresse e rallentamenti dovuti ai limiti di velocità e alle soste sugli attraversamenti imposti. «La nostra ferrovia è morta», ha riassunto il combattivo Comitato pendolari Roma-Nord, che aveva chiesto da tempo l’ammodernamento della linea martoriata dai tagli e che si «regge» ora sulle navette sostitutive. Uno strazio che durerà - senza interventi infrastrutturali - fino al 1° gennaio 2021.
La tratta infatti, ha stabilito la Regione Lazio con apposita delibera, passerà insieme alla Roma-Lido dalle mani di Atac a Cotral, l’azienda di trasporti su gomma, società in house di via Cristoforo Colombo.
Da Corriere della Sera
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5 Commenti
1) Sostituzione dell'originale azionamento di trazione e frenatura reostatico con uno statico, che potrebbe essere a full-chopper o ad inverter, con necessità però, in questo secondo caso, di sostituire anche i motori di trazione, da corrente continua ad asincroni trifase;
2) Applicazione di un impianto di condizionamento nei comparti viaggiatori: Trenitalia lo ha fatto con tutti i suoi veicoli adibiti al trasporto regionale che ne erano sprovvisti, come le Carrozze Piano Ribassato, le Carrozze Medie Distanze o le automotrici termiche ALn 668 e 663;
3) Sostituzione, previa verifica di convenienza e fattibilità, dell'originale impianto di frenatura a ceppi con un più moderno sistema di frenatura a dischi.
Fatto questo, i FIREMA potrebbero durare almeno altri 20 anni.
A questo vorrei aggiungere un ulteriore discorso, molto importante. A partire dall'aprile 2021, i veicoli ferroviari in servizio sulla rete RFI dovranno tutti essere dotati di impianto antincendio nel comparto viaggiatori, pena la revoca della circolabilità. Infatti, Trenitalia sta adeguando tutti i suoi veicoli ferroviari che ne sono sprovvisti destinati ad essere mantenuti, come ad esempio i treni TAF. Ecco, se quest'obbligo dovesse venire esteso (se poi già non lo è, e questo non lo so) anche ai veicoli ferroviari in servizio sulle reti regionali ex concesse, potrebbe venirsi a creare un serio problema per tutto il parco treni, sia della Nord che della Lido e Giardinetti, perchè nessun treno di questi ne è attualmente dotato. Quest'ultima cosa andrebbe meglio approfondita, e non va certamente trascurata.
http://www.ferrovie.it/portale/articoli/3966