Rete bus periferica: i municipi contro il Campidoglio

Troppe corse saltate e bus vecchi: la rivoluzione delle periferie è lontana dall’arrivare.

Rete bus periferica: i municipi contro il Campidoglio

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Dopo la commissione dedicata agli stipendi, questa volta ad essere contestato è stato il servizio. Parliamo della rete bus periferica che a partire da gennaio (da parte di Troiani) e agosto 2024 (da parte di SAP, BIS e Tuscia) è stata presa in carico dall’uscente Roma TPL, rea di aver lasciato la flotta in condizioni disastrose.

Purtroppo, il miglioramento promesso sul servizio è stato largamente disatteso, soprattutto a causa del ritardo dell’avvio del cambio degli autobus da parte delle società subentrate ad agosto: rispetto a questa situazione, infatti, è necessario sottolineare per dover di cronaca, Troiani si è distinta per aver provveduto fin da subito a sostituire i mezzi più malmessi, anche ricorrendo in maniera strategica al mercato dell’usato europeo.

Uno sforzo riconosciuto dai municipi, che hanno focalizzato la propria attenzione soprattutto sulle linee di SAP (lotto est) e sul lotto ovest gestito da BIS e Tuscia.

Si è trattato di un vero e proprio assalto delle circoscrizioni nei confronti del Campidoglio, che forse ha sottovalutato il problema del subentro dei nuovi gestori.

Dal canto proprio il presidente Zannola ha sottolineato che eserciterà con forza la propria funzione di vigilanza e controllo del servizio offerto, esaurita la parentesi della “luna di miele” di questo autunno.

Tra gli interventi dei municipi, è da menzionare quello del presidente della commissione mobilità del XV municipio Giovanni Forti, che ha sottolineato come l’affidamento ai privati sia una modalità rischiosa di affidamento del pubblico servizio: secondo Forti dovrebbe essere Atac, alla fine del 2032, a farsi carico della rete periferica, lasciando a gara il solo 10% minimo previsto dalle normative nazionali ed europee (oggi l’affidamento periferico somma il 28% del trasporto pubblico di Roma).

Una considerazione che sentiamo di sposare, già dal lontano 2018, quando i Radicali seducevano l’opinione pubblica spacciando la liberalizzazione del trasporto pubblico (leggasi privatizzazione) come ricetta miracolosa dei problemi della mobilità romana.

Il tema, come visto anche in questi giorni, è ben più complesso, ma una certezza c’è: Atac, anche nei momenti più bui, ha continuato a erogare continuativamente il servizio, assicurando il pagamento regolare degli stipendi e dei contributi ai propri lavoratori.

E questo già basterebbe a comprendere quanto sia prezioso avere un’azienda pubblica che gestisce un pubblico servizio.

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1 Commenti

Lulio ha detto…
Ma nel contratto di erogazione dei servizi, ci sono o non ci sono clausole di rescissione in caso di mancato pagamento degli stipendi o gravi inadempienze da parte del fornitore?
In caso che queste clausole esistono, basta attivarle e riaffidare il servizio ad aziende meglio organizzate.