A 24 ore dall’interruzione della linea, occorre spendere due
parole conclusive sui bus sostitutivi mai partiti.
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Sono trascorse poco più di 24 ore dalle fatidiche ore 14:00 di ieri, 1° luglio 2024, quando una fuga di gas ha causato la chiusura parziale della FL3 Roma-Viterbo, prima tra Monte Mario e Cesano, poi ridotta tra Monte Mario e La Storta.
I disagi causati dalla fuga di gas hanno interessato anche le
strade della zona di Ottavia, con le linee 546, 998 e 999 deviate faticosamente
su percorsi alternativi.
Solo alle 8:20 di stamattina la circolazione ferroviaria è
tornata normale e le strade sono state definitivamente riaperte alle
automobili.
In questo contesto – sicuramente disastroso e al limite –
non è però sfuggita sottotraccia l’assenza totale di navette sostitutive a
garanzia dei viaggiatori interessati dai disagi. Trenitalia, infatti, non è
stata in grado di allestire un servizio di navette su quella che è a tutti gli
effetti la “metropolitana” di Roma Ovest, con un intero quadrante della cittÃ
tagliato in due. La situazione ha retto solo grazie alla rete bus urbana di
Atac e Roma TPL che, con tutti i limiti del caso, è riuscita a sopperire parzialmente
all’assenza del servizio ferroviario.
L’episodio ci racconta, dunque, alcuni dei limiti della gestione dei servizi ferroviari di Trenitalia che, pur riuscendo a garantire elevati standard nell’ordinarietà (compresi i lavori programmati), è risultata del tutto impotente a fronte di una situazione difficile, ma da gestire.
A tal proposito sarebbe opportuno che l’azienda stringesse un accordo di cooperazione con Atac e i gestori della rete periferica di Roma, gli unici in grado di mettere su strada delle navette sostitutive in un tempo relativamente ridotto, avendo già i mezzi sul territorio della Capitale.
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