Scuola, la resa dell’Atac: metro e bus non bastano, a settembre rischio caos

Scuola, la resa dell’Atac: metro e bus non bastano, a settembre rischio caos


Atac in una lettera ha ammesso che o si torna al 100 per cento della capienza , rispetto all’attuale 60 per cento, oppure sarà il caos. L’ultimo rapporto dell’Agenzia per la mobilità, a luglio, svela un’offerta ampiamente insufficiente



Il Lazio non ha chiesto, a differenza di altre Regioni, la deroga al metro di distanza sui bus per assicurare la tenuta del trasporto pubblico alla ripresa della scuola: col potenziamento delle corse e dei mezzi di Cotral e Trenitalia conta di poter affrontare - nell’ambito extraurbano che è quello di sua competenza - il rientro degli studenti. 

Il vero problema è la città, Roma, e quindi Atac, che in una lettera inviata a tutti gli interessati ha ammesso, senza mitigare la preoccupazione, che coi mezzi attuali la rete non reggerà: o si torna al 100% della capienza, rispetto al 60% attuale, oppure sarà il caos.

Neanche i nuovi bus annunciati, evidentemente, basterebbero: incrementi consistenti, ammette Atac, sarebbero possibili solo con operatori terzi. 

Per quanto riguarda la Regione l’intenzione è quella di non discostarsi dalle linee guida del Comitato tecnico scientifico, di non entrare nel merito di ciò che prescrivono gli scienziati e quindi di rispettare la regola del metro di distanza anche sui mezzi. 

Per questo sono stati stanziati fondi (10 milioni di euro) per rafforzare il servizio di Cotral, la società di trasporto su gomma, che con l’aiuto dei privati - le gare saranno lampo - dovrebbe assicurare fino a cinque milioni di chilometri (ogni anno) in più.

Pure Trenitalia farà la sua parte, probabilmente anche con navette che affiancheranno i treni più affollati. 

Ma la vera incognita, dicevamo, è Roma. 

Se il Campidoglio, da un lato, pure senza quantificare corse e mezzi, si mostra relativamente sereno, annunciando nuovi bus e il potenziamento del servizio, dall’altro ecco che Atac ammette invece tutta la sua preoccupazione per il prossimo futuro. 

Investendo anche la Regione - inusuale e tecnicamente improprio, visto che il contratto di servizio è col Comune di Roma - della mancanza di risorse per fronteggiare l’emergenza, considerata anche la «rilevantissima» emorragia di ricavi delle vendite dei biglietti.

Atac cita l’ultimo rapporto, di luglio, di Agenzia per la mobilità, che svela un’offerta ampiamente insufficiente: «Una capacità di offerta massima possibile del servizio vicino alla domanda (500 passeggeri per ogni treno) senza margini operativi di gestione in presenza sia delle normali anomalie del servizio (malore a bordo, ritardo nell’incarrozzamento, soppressione di una corsa…) che di eventi più complessi (interruzione parziale del servizio, guasti gravi all’infrastrutture…)».

Senza contare «le difficili condizioni di gestione dei flussi all’interno delle stazioni, dei contingentamenti in ingresso dei viaggiatori con possibili file all’esterno, quindi pericolosi assembramenti e immaginabili problemi di ordine pubblico».

Per gli autobus, invece, sarà possibile aumentare il servizio solo con operatori terzi. Ma, appunto, inevitabilmente, servono soldi.

Da Corriere della Sera





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