Atac, il futuro dei ticket è digitale. Un'app al posto dei biglietti

Atac, il futuro dei ticket è digitale. Un'app al posto dei biglietti

Entro il 10 agosto arriveranno alla partecipata le risposte delle aziende invitate a realizzare il progetto. L'obiettivo è dire addio all'attuale sistema. Via libera dopo la chiusura del concordato. Il modello è la Oyster card londinese




Via libera ai ticket elettronici. Stop a quelli di carta e addio alle biglietterie e alle macchinette emettitrici. Alle prese con il piano di salvataggio concordato con il tribunale fallimentare e con i devastanti effetti del coronavirus sugli incassi, Atac prova comunque a guardare al futuro. 

L'obiettivo, come dicono negli uffici di via Prenestina, è "arrivare al full digital " sui titoli di viaggio. 

Un progetto impegnativo, ma già entrato dal vivo: la municipalizzata dei trasporti ha invitato i principali operatori del settore - italiani e non - a collaborare per realizzare il nuovo sistema di bigliettazione elettronica e attende risposte entro il 10 agosto.

L'operazione è a medio- lungo termine. Un investimento che, continuano dall'azienda, " sarà approvato quando saremo fuori dal concordato e, alla fine del 2021, arriverà il nuovo contratto di servizio " . Cosa cambierà? 



L'obiettivo è dire gradualmente addio alla carta, tenendo ovviamente conto delle esigenze di quei romani (specialmente gli anziani) poco avvezzi alle nuove tecnologie

Tornando al progetto, la scelta è sostenuta da una lunga serie di motivi: Atac negli anni ha vissuto sulla propria pelle la truffa dei ticket clonati, si è trovata a dover denunciare furti nelle casse dei propri punti vendita, senza contare i reclami per gli euro rubati e mai restituiti ai pendolari dalle emettitrici. 

Inoltre, ulteriore vantaggio, c'è la possibilità di abbattere i costi e aumentare gli incassi.

Musica per le orecchie dei vertici della partecipata. Nel 2017 i biglietti hanno portato introiti per 264 milioni di euro. 

Nel 2018 la cifra è salita a 271 milioni. Nei primi 6 mesi del 2019 trend ancora in salita: venduti biglietti per più di 140 milioni di euro. 

Cifre che in Atac (dove preoccupano gli oltre 200 milioni di euro persi causa Covid- 19) sono convinti di poter incrementare con la rivoluzione dei ticket.

L'idea è quella di arrivare a replicare la Oyster card londinese. E magari andare anche oltre, realizzando quel modello " open loop " che ha permesso alle aziende del trasporto pubblico delle capitali più sviluppate di dimezzare i costi per la gestione della bigliettazione.

Il sistema funziona in automatico, via smartphone. Oppure con una qualsiasi carta di credito contactless, quelle che permettono di sostenere piccole spese senza il bisogno di strisciare la tessera e inserire il codice, come già visto con il Tap&Go di Atac e Mastercard. 

Una sperimentazione da estendere, mettendo in rete tutto il sistema di mobilità della città.

Come? Sommando sharing e viaggi a bordo del trasporto pubblico: il passeggero diretto dal centro verso l'aeroporto, per esempio, può iniziare il suo tragitto a bordo a bordo di un monopattino elettrico, poi prendere un autobus e infine il treno per Fiumicino. 

Oppure un taxi. Alla fine del percorso, senza aver dovuto tirare fuori per tre volte il portafogli, pagherà la tariffa più conveniente.

Risparmi, come detto, anche per la partecipata. Come si legge nei documenti interni dell'azienda, " Atac si prefigge l'obiettivo di rimuovere i distributori automatici di biglietti". 

Totem di metallo "che risultano tecnologicamente vetusti e non più necessari " . Al loro posto ecco una nuova batteria di "validatori ", tornelli hi-tech per cui è richiesto anche un certo "impatto visivo ".





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