Potrebbe essere l'inizio dell'ennesima favoletta da raccontare ai nostri bambini e invece...ancora una volta, Atac riesce a superarsi in fantasia e creatività .
Dopo le immagini di sbarramenti fai da te con nastri colorati, con giubbotti catarifrangenti o con scotch da carrozziere, eccovi la "protezione da laboratorio": una separè di plastica trasparente che dà l'idea più di un laboratorio d'analisi su ruote che su un bus.
Paura e ignoranza insieme all'anarchia che da anni regna in Atac sono capaci di produrre questi eleganti opere d'arte che se da un lato ci fanno sorridere, dall'altro lato ci fanno pensare quanta disorganizzazione c'è in azienda:
- c'è chi protesta perchè l'azienda non offre protezioni sufficienti ma che poi si fuma beatamente la sigaretta in cabina (il virus attacca meglio e fa molti più danni su chi ha i polmoni deboli)
- c'è chi ha paura di ammalarsi a lavoro ma poiprende il covid19 in famiglia
- c'è chi blocca mezzo autobus obbligando i passeggeri a violare le norme sulla distanza sociale (anche nel caso di cabina separata dal resto del bus)...e magari il giorno stesso stringono cordialmente la mano all'amico infetto
- c'è chi mette in giro la voce che un autista ammalato significa un deposito chiuso senza capire che igiene, distanza sociale, guanti e mascherina sono sufficienti ad azzerare le probabilità di contagio
- c'è chi infine mette i separè di plastica convinto che sui bus possa salire gente malata di covid19 che abbia voglia di mettersi a sputare in direzione della cabina senza rendersi conto che il vero "malato" (di demenza e ignoranza) è proprio lui
In tutto questo marasma generale l'unico elemento che manca è chi dovrebbe mettere in riga tutti, imporre standard comunicativi adeguati, spiegare con esattezza ai lavoratori quali siano i comportamenti da seguire ma soprattutto sanzionare iniziative non autorizzate.
Ma è solo l'inizio...quando scatterà la fase due ne vedremo delle belle.
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