La commissione mobilità valuta una linea di autobus diversa
dall’attuale 230.
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A seguito della visita alla moschea di parte di Gualtieri,
risalente a circa 2 anni, il sindaco aveva preso l’impegno di migliorare la copertura
del trasporto pubblico verso questo luogo di culto centrale per la comunità
islamica locale.
La commissione ha audito i rappresentati della grande moschea,
che hanno sostanzialmente richiesto una linea meglio interconnessa alla rete
portante su ferro (al netto della Roma-Viterbo, il cui servizio è sempre più
compromesso) e, soprattutto, attiva tutti i giorni e non solo venerdì e nei
giorni del Ramadan come l’attuale 230.
Rispetto a questi input, il dipartimento mobilità ha
vagliato tre opzioni, ipotizzate attive tutti i giorni con 1 corsa/ora e poi
potenziate il venerdì e nei giorni di Ramadan.
La prima opzione prevede una linea Termini-Moschea, dal
costo di 70/75 mila vett-km all’anno: una ipotesi piuttosto difficoltosa da
percorrere sia in termini di costi, sia per la capacità ridotta del capolinea
di Termini a seguito dei lavori di ristrutturazione a cura di Anas. A tal
proposito il dipartimento ha consigliato di valutare attestazioni alternative,
come a piazza Indipendenza, pur sottolineando che il percorso Anagnina-Moschea
è coperto in 45 minuti dalla combinazione metro A+Roma-Viterbo+230, contro i 41
minuti necessari da questa ipotetica linea bus (con capolinea in zona Termini).
Analoghe problematiche si riscontrano sulla seconda opzione
Tiburtina-Moschea, peraltro leggermente più costosa (circa 85 mila di vett-km/anno).
Una terza opzione prevede l’istituzione di una linea
Policlinico-Moschea, dal costo di “soli” 50 mila chilometri (circa 200mila
euro), ottenuti grazie al taglio delle corse deviate del 52 e del 168 che
diventerebbero parte integrante di questa nuova linea. Un percorso che, per le
sue caratteristiche, verrebbe esercito con vetture corte.
Su quest’ultimo indirizzo sia i rappresentanti della moschea,
sia delle istituzioni sembrano aver trovato un punto di convergenza. La palla
passa adesso al Campidoglio, che dovrà trovare i finanziamenti necessari nelle
pieghe del bilancio.
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