Rete bus periferica: che fine hanno fatto i nuovi bus?

A quasi un anno dall’ingresso di SAP, BIS e Tuscia, non si vedono i miglioramenti prospettati.

Rete bus periferica: che fine hanno fatto i nuovi bus?

Ascolta "ClicBus: il futuro del trasporto a Roma è su prenotazione?" su Spreaker.
Se ti piace il nostro lavoro, allora supportaci, basta un caffè!

È passato quasi un anno dal lontano agosto del 2024, quando debuttarono SAP, BIS e Autoservizi Tuscia nella gestione della rete bus periferica

Dopo un avvio con molti chiari di luna, sfociati in una contesa tra le ditte private e il Campidoglio, l’arrivo dei primi nuovi bus King Long dotati di aria condizionata durante il mese più torrido dell’estate sembrava essere una speranza per i tanti pendolari della periferia estrema di Roma.

Rispetto al debutto dei 45 bus ibridi, di cui 13 per il lotto est di SAP e 32 per il lotto ovest di BIS e Autoservizi Tuscia, poco o nulla è cambiato: da agosto sono entrati in servizio solo 3 King Long elettrici di BIS e siamo ben lontani dagli ambiziosi obiettivi posti dal Campidoglio e accettati dalle società private in sede di offerta.

A tal proposito, a seguito di un nostro accesso agli atti, avevamo appreso che le società SAP e BIS avrebbero dovuto mettere in servizio altri 100 bus elettrici entro marzo 2025, di cui ad oggi non si è vista l’ombra.

Nonostante l'attenzione della Commissione Mobilità su questo delicato tema, nulla è stato più fatto né sui nuovi mezzi, né sulle tessere di libera circolazione per gli autisti costretti a pagarsi l’abbonamento Metrebus. 

Per questa ragione Giovanni Zannola ha convocato una nuova seduta della commissione per la giornata di domani, durante la quale verranno chieste spiegazioni rispetto alle promesse non mantenute.


Ascolta "Notiziario Trasporti Le notizie del 20 maggio" su Spreaker.


Odissea Quotidiana è su Google News - Se vuoi restare sempre aggiornato clicca qui e seguici selezionando sulla stellina in alto a destra

Posta un commento

2 Commenti

Anonimo ha detto…
"Promesse non mantenute".

Altro che promesse, qui c'è un bando e un contratto. Nel lotto ovest siamo messi come quando c'era Roma TPL.
Anonimo ha detto…
Credo che molti non abbiano piena consapevolezza di cosa sia realmente accaduto con questo cambio nella gestione della rete. Provo a spiegarlo in modo semplice.

Lo Stato ha messo a disposizione fondi europei per il rinnovo della flotta. Roma TPL, però, non poteva beneficiarne direttamente. Questo ha portato, di fatto, alla sua uscita di scena e al ritorno con un nuovo nome: BIS. Una “rinascita” più formale che sostanziale.

La realtà, infatti, è che poco o nulla è cambiato: molti dei vecchi problemi permangono, la flotta è rimasta in gran parte la stessa, e i pochi mezzi “nuovi” sono spesso in condizioni discutibili, in certi casi addirittura peggiori rispetto ai precedenti. Le promesse iniziali si sono scontrate con una realtà fatta di continuità, non di cambiamento.