Metropolitane: la giunta Raggi ha fallito su tutto

Metropolitane: la giunta raggi ha fallito su tutto


MetroXRoma: "Prendersela con quelli prima non basta più" - In questi tre anni e mezzo la Giunta Raggi è riuscita sistematicamente a fallire su ogni possibile aspetto relativo alle Metropolitane, dall’esercizio alle nuove opere



Le due cose fatte (letteralmente due, di numero), sono state portate avanti dalla Commissione Mobilità e dai Consiglieri, che si sono dovuti sostituire ad un’Amministrazione indecente, che ha dimostrato totale disinteresse verso il tema delle metropolitane. 

Conoscete bene la pacatezza e la calma del nostro approccio, ma questa volta no. Questa volta vogliamo sbattere in faccia a Virginia Raggi e a Linda Meleo i danni enormi che hanno fatto a questa Città. 

Forse, vergognarsi dei milioni e milioni di euro letteralmente buttati nel cesso in questi anni farà finalmente rinsavire dal torpore la Giunta, nella speranza che cerchi di salvare il salvabile nell’anno e mezzo che rimane di questa sfortunata consiliatura.

Ma andiamo con ordine; elenchiamo, in maniera non esaustiva, i fallimenti che si sono susseguiti:

1. Le talpe della Linea C non arriveranno a Piazza Venezia

Come avrete letto su alcuni giornali, a inizio settembre le talpe sono ripartite, dopo lo stop imposto da Roma Metropolitane per dare tempo al Comune di Roma di prendere una decisione che né il Sindaco né l’Assessore hanno voluto prendere in 3 anni. Ma lo stop, a causa delle ricadute sugli altri cantieri e delle riserve iscritte da Metro C, non poteva durare in eterno. 

Ora le talpe sono lanciate verso i Fori Imperiali e si attesteranno a breve sotto il Foro di Traiano. Ormai il tombamento è una certezza, a meno di clamorosi interventi del MIT. Insomma, le talpe saranno impossibili da recuperare e per proseguire si sarà costretti a realizzare le gallerie non più in scavo meccanizzato, come ora, ma in scavo tradizionale, con inevitabili aumenti dei costi. 


Non potendo più intervenire sulle talpe, il tema adesso è trovare un modo per realizzare nella maniera più efficace la stazione Venezia, ma i dipartimenti appaiono del tutto disinteressati al tema, rispecchiando l’assenza dell’assessorato.

2. La Project Review della Linea C non è stata neanche iniziata

Ufficialmente, l’attività di project review è sospesa da Ottobre 2017. Da allora, il Comune ha incaricato Roma Metropolitane di elaborare solamente le “Attività preliminari alla Project Review”. 

Ma della revisione del progetto oggi non c’é traccia. 

Né è stata affidata a Roma Metropolitane. Né è stata esternalizzata. 

Né è stata formalmente riattivata. 

In pratica, dall’insediamento della Raggi a oggi sono passati più di 3 anni e formalmente non è stato fatto nessun passo avanti. Dopo i proclami, le conferenze stampa e l’annuncio che alcune delle idee del Metodo MetroxRoma sarebbero state prese in considerazione, quanto meno ci saremmo aspettati che la giunta affidasse a qualcuno la stesura del progetto. 

Peccato che non sia andata in questo modo.

3. Il nodo San Giovanni è rimasto incompleto

Inaugurata in pompa magna nel 2018, la stazione è ancora incompleta. Il corridoio di collegamento tra i piani corrispondenze delle stazioni delle linee A e C non è mai stato aperto, a causa delle difformità, in termini di normativa antincendio, della stazione della Linea A. 

Per permettere il completamento del nodo servirebbe adeguare la stazione, ma a quanto risulta nessuno è stato incaricato di progettare l’adeguamento né è stato pianificato di progettare l’adeguamento.

4. La Metro B non verrà più prolungata a Casal Monastero

Sia chiaro, non ci aspettavamo che la questione del prolungamento della Metro B a Casal Monastero si risolvesse rapidamente o facilmente. Come scrivemmo in passato, gli errori compiuti nella gestione e nella stesura dell’appalto non potevano che condurre al fallimento del progetto. 

Quello che non possiamo accettare è che non sia stata elaborata nessuna exit strategy, nessuna alternativa, nulla di nulla. Semplicemente l’Assessore ha rinunciato al prolungamento: “Prima chiuderemo le vertenze in essere e poi possiamo pensare ad un nuovo progetto”, queste le parole della Meleo. Parole che significano, di fatto, rimandare l’opera a un tempo indeterminato.

5. La Linea D è stata completamente dimenticata

Per mesi, ricorderete, abbiamo seguito la stesura di una delibera di iniziativa consiliare per sbloccare il procedimento della Linea D, salvo poi scoprire, in una delle commissioni sul tema, che dal 2016 sulla scrivania dell’Assessore campeggiava una bozza di delibera che avrebbe permesso, da subito, di far ripartire la progettazione. 

Ora, con la delibera consiliare, è stata avviata una nuova indagine interna (l’ennesima) per verificare come recuperare del progetto, ma con la crisi aziendale che sta attraversando Roma Metropolitane è improbabile che si arrivi a qualche risultato in tempi brevi.

6. I clamorosi incidenti alle scale mobili

Veniamo ai problemi di esercizio. Non possiamo non citare la vicenda allucinante delle scale mobili: mesi e mesi di chiusura delle stazioni più importanti della Linea A. Prima Repubblica, poi Spagna e Barberini, che ancora attende di essere riaperta. 

Una storia che ci racconta la fragilità intrinseca di un sistema amministrativo che vede, nel gestore pubblico, un soggetto incapace di intervenire in assenza di un soggetto terzo privato, con la conseguenza che se i rapporti col privato entrano in crisi si finisce per dover chiudere intere stazioni, senza poter riparare autonomamente i danni nell’immediato. 

Uno schema amministrativo che, molto probabilmente, verrà replicato esattamente come è. 

Ma è proprio qui che insiste la colpa politica, perché se è vero che la magistratura procederà a rintracciare i colpevoli diretti, è anche vero che la politica non può permettersi il lusso di mantenere in piedi un sistema amministrativo così poco resiliente. 

7. Nessun nuovo prolungamento è stato affidato

Dalla Linea A alla Linea B, dalle diramazioni della C ai nuovi interventi previsti dal PUMS, nessun prolungamento di metropolitana è stato portato avanti nella progettazione. 

Nessuno. 


A queste condizioni, Roma non vedrà nuovi cantieri per anni, continuando a bruciare una marea di risorse pubbliche nell’esercizio degli autobus in superficie. 

Solo risolvendo il deficit infrastrutturale, realizzando sistemi a maggiore efficienza economica, si possono contenere i costi di esercizio del sistema della mobilità. Chi sostiene di aver rimesso in ordine i conti di Roma tralasciando colpevolmente questo fatto, o è in malafede, o è un inetto.

8. Roma Metropolitane è lanciata verso il fallimento

Infine, arriviamo al tema principale, che a breve rischia di compromettere definitivamente la realizzazione di metropolitane a Roma anche nel lungo periodo: il fallimento di Roma Metropolitane. 

Un fallimento che è dietro l’angolo, tra bilanci non approvati, piani industriali fantasma e paventati licenziamenti. Il Comune di Roma perderebbe lo strumento attuativo che si occupa delle Metro, senza aver previsto in alcun modo un altro meccanismo amministrativo per portare avanti i progetti. 

Quindi non solo rischiamo di rimanere senza chi progetterà le nuove linee, ma rischiamo di vedere bloccata anche la costruzione della Linea C. Tutto questo se il Comune non dovesse decidere, come sempre all’ultimo minuto, di ricapitalizzare Roma Metropolitane, rimettendola nelle condizioni di lavorare. Una decisione che, tuttavia, dovrebbe arrivare ora. Né domani. Né dopodomani. 

Ora. 

Ma ormai ci facciamo poche illusioni: potrebbe finire come con il tombamento delle talpe, con un intervento della Giunta arrivato quando è troppo tardi.

E non è finita, ci sarebbe ancora molto altro da raccontare. Gli assurdi ritardi alla stazione Pigneto, le opere integrative della B1 mai realizzate, gli obiettivi di produzione delle Metro sistematicamente disattesi, l’assenza di una proposta credibile del Comune sulle linee E ed F, gli anni buttati per capire che la C è ovviamente un’opera utile, il tentativo ridicolo di sostituire i prolungamenti delle metro con sistemi a fune e i 425 milioni per la manutenzione straordinaria delle metro ancora immobilizzati… uno scenario desolante.

Prendersela con quelli prima non basta più

Alcuni diranno: “quelli precedenti avevano lasciato una situazione così tragica che non si è potuto far nulla”. Ecco, questa è una bugia. Una tremenda bugia. Non è vero che non si è potuto far nulla. In questi tre anni non si è voluto far nulla.

Nessuno pretende che in una consiliatura si costruiscano centinaia di chilometri di metropolitane (ed è nota la condizione pregressa della Città), ma da questo a riuscire nell’incredibile impresa di non fare proprio nulla, addirittura mettendo a rischio anche i cantieri già aperti, ce ne passa.

Sono stati troppi i silenzi, i non detti, gli errori e le scuse inaccettabili che abbiamo dovuto sopportare. Ora Sindaco e Giunta dispongono di un anno e mezzo per cercare di salvare il salvabile. Un anno e mezzo per evitare di essere ricordati come quelli che hanno fallito su tutto. Se non vogliono prendere in mano la situazione per il bene di Roma, almeno lo facciano per salvare la propria dignità.

Da Metro X Roma



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1 Commenti

Anonimo ha detto…
Aggiungiamoci a tutto questo anche il mancato prolungamento della metro B oltre Jonio verso Vigne Nuove e Bufalotta /Porta di Roma, che servirebbe e come, altro che pensare di farci un people mover o una funivia...