L’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi
pubblici locali di Roma Capitale starebbe per chiudere nuovamente i battenti.
Tra l’emergenza rifiuti e trasporto pubblico al collasso, chi controllerà
l’operato dell’Amministrazione Comunale?
A Roma pochissimi sanno che c’è un’Agenzia indipendente che
è stata deputata nel 2002 a controllare i servizi pubblici locali della Capitale:
igiene urbana, verde pubblico, trasporti, acqua e illuminazione, servizi
sociali, cimiteri, cultura, turismo, servizi on-line, questi sono gli ambiti di
intervento sui quali l’ACoS ha vigilato continuamente per più di 20 anni,
segnalando costantemente le diverse criticità.
Una vera e propria spina nel fianco dell’Amministrazione, ma
anche uno strumento fondamentale per capire il reale stato dei servizi
pubblici, al di là dei report tecnici degli altri istituti di controllo: basti
pensare al recente report sullo stato disastroso degli impianti di risalita nelle metropolitane,
oppure ancora alle statistiche sugli annunciatori sulla metro A, dichiarati funzionanti al 100% dai report
“ufficiali” di Roma Servizi per la Mobilità, ma più realisticamente al 69% da
ACoS.
Stando ad un comunicato stampa diffuso dall’USB, le attività sarebbero prossime ad
uno stop totale, precisamente a partire dal 15 luglio a causa della mancanza di
una “comunione di intenti” tra l’Assemblea Capitolina e il Consiglio di
Direzione di ACoS sul futuro dell’ente.
Dopo i primi scricchiolii, avvertiti tra ottobre scorso, gennaio
e febbraio
di quest’anno, se queste ulteriori notizie fossero confermate si tratterebbe di
un vero e proprio scandalo, nonché la conferma dell'esistenza di una possibile operazione pilotata per demolire l’autorevolezza e la funzionalità dell’authority comunale.
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